Guerra Ucraina, diretta. Mosca minaccia Kiev: «Siamo pronti a colpire ancora». A Mariupol la battaglia finale

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Ucraina, diretta
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Mercoledì 13 Aprile 2022, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 06:28

«Mariupol resterà per sempre ucraina»: il sindaco Vadym Boichenko, fuggito da settimane, insiste sulla resistenza e nel voler negare che ormai l’intero territorio sia nelle mani delle truppe russe. Mariupol resta la chiave dell’intera guerra e, finché resisterà, Vladimir Putin sarà costretto a tenere impegnati a combattere nella città almeno dodici-quindicimila soldati che avrebbe, invece, voluto convogliare dove si stanno concentrando le maggiori energie di Mosca. Anche il ministero della Difesa di Kiev ribadisce di non avere informazioni sulla resa dei soldati ucraini nella città portuale, sebbene il ministero della Difesa russo abbia parlato di 1.026 marines che hanno abbandonato i combattimenti e si sono arresi.

Secondo il maggiore Igor Konashenkov, a cedere le armi sono state le truppe «della 36/ma brigata di marines, nei pressi dell’acciaieria Ilyich», da giorni al centro di un rimpallo via social di appelli disperati e smentite di una resa. L’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky ha però rivendicato che alcune unità della stessa brigata sarebbero riuscite «con un’azione molto rischiosa» a serrare le fila con il reggimento Azov, raggiungendo i più accreditati difensori della città nel loro fortino. Ma il coraggio e la forza dei pochi reduci non sembrano essere bastati per potere tenere il controllo del porto. Nella serata di ieri, Mosca ha annunciato di esserne entrata in possesso. Un obiettivo che è stato raggiunto già nei giorni scorsi, almeno secondo le informazioni diffuse dalle truppe dello zar - ma che i marines ucraini sono riusciti a vanificare.

I VIDEO

Nel frattempo, immagini satellitari continuano a mostrare lo spostamento di un gran numero di carri armati al confine orientale ucraino. Nei filmati forniti da Maxar technologies si vede il convoglio di mezzi corazzati e camion che attraversa l’autostrada nei pressi del villaggio di Vilkhuvatka, vicino Kharkiv, mentre un altro convoglio si scorge a Bilokurakyne, nella regione di Lugansk. Altre immagini mostrano aree di dispiegamento e attrezzature con alcuni veicoli che hanno la sigla Z nella base aerea di Kherson, nel sud. La Russia sta muovendo verso il Donbass i più avanzati sistemi di difesa aerea, gli S-400 e gli S1, mentre dall’Occidente stanno arrivando verso l’Ucraina attrezzature militari. 

Quello che una parte degli analisti considera lo scontro definitivo potrebbe avvenire a breve, al massimo entro 10 giorni, in vista di quel 9 maggio, tanto caro a Vladimir Putin, entro il quale lo zar intenderebbe conquistare, prima di tutto, Mariupol, poi l’intero Donbass. Nelle sue intenzioni ci sarebbe, addirittura, la volontà di far sfilare i perdenti nella città assediata, proprio nella giornata delle celebrazioni per la liberazione dal nazismo. E a dichiararlo è il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko, il quale ha aggiunto che i russi «stanno lavorando per creare un quadro di vita pacifica e si stanno persino preparando per la parata. Ma Mariupol - aggiunge - non è ancora stata sconfitta».

 

LA TRINCEA

Per le strade della città i bombardamenti continuano, così come le battaglie corpo a corpo. Decine le offensive contro il porto e, soprattutto, contro l’acciaieria Azovstal, la più grande d’Europa, dove hanno trovato la loro trincea, protetta da bunker e da tunnel, circa duemila uomini del battaglione Azov, con altri marines che sono riusciti a raggiungerli, grazie a un’operazione ad altissimo rischio. L’intelligence ucraina sta cercando di far arrivare munizioni, cibo e acqua. E si lavora per verificare se siano state usate armi chimiche. «Stiamo raccogliendo prove - conferma il sindaco Boichenko -. I nostri esperti le stanno esaminando, anche se non sarà facile». Il governo russo però respinge queste accuse invitando gli Usa a «smettere di fare disinformazione», dal momento che la Russia avrebbe distrutto le sue ultime scorte chimiche nel 2017.
L’artiglieria di Mosca sta anche bombardando la città orientale di Kharkiv, dove sono state uccise almeno sette persone, compreso un bambino di due anni.

Mentre a Melitopol sono 70 i soldati russi uccisi dagli ucraini, e un incrociatore russo è stato colpito dai missili Neptune delle truppe di Kiev, davanti a Odessa. Scrivono su Twitter gli 007 della difesa di Kiev: «La leadership russa ha ordinato la distruzione di qualsiasi prova dei crimini del suo esercito in Ucraina». E avrebbe fatto portare a Mariupol 13 forni crematori per bruciare i cadaveri dei civili uccisi e dei soldati russi. 

Sono almeno centomila le persone intrappolate, secondo le autorità locali, con scarse prospettive di evacuazione, visto che i corridoi umanitari continuano a restare di fatto bloccati, se non per poche iniziative con mezzi privati. Mentre il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha spiegato come «al momento non c’è alcuna possibilità di un cessate il fuoco globale», né di una tregua localizzata per far allontanare i civili e portare aiuti in sicurezza. Una speranza potrebbe arrivare dalla Turchia, principale mediatore tra Russia e Ucraina, che ha fatto sapere di essere pronta a mettere «a disposizione navi per l’evacuazione di persone da Mariupol e resta in attesa di una risposta positiva».La prova della follia che si è consumata in questa città sta nel numero delle persone che si aggirano tra i palazzi sventrati. Decine di migliaia, vestiti di abiti logori e sporchi. Non hanno acqua per lavarsi, non hanno modo di comunicare con i loro telefonini. «Sono ancora viva» dice Oxana. Poi si incammina lenta, al centro della strada, mentre si sentono botti tutto intorno. È come se non fossero per lei. Come se, dopo un mese e mezzo di fortuna, si sentisse immortale.

Se l’obiettivo strategico si concentra a Est, comunque, Mosca torna a minacciare anche Kiev, da cui le sue truppe si sono ritirate lasciandosi alle spalle i massacri di Bucha e delle altre città satellite. La Difesa di Putin si è detta pronta a colpire i centri di comando nemici, anche nella regione della capitale, se l’esercito ucraino continuerà nei suoi tentativi di attaccare strutture in Russia. Tutto questo mentre nella Capitale stanno cominciando a riaprire le ambasciate, e i cittadini stanno cercando di fare rientro nelle proprie abitazioni. Ma il sindaco Vitaly Klitschko avverte: «È troppo presto per tornare a casa in massa, prima di tutto per il lancio di razzi e, poi perché prosegue lo sminamento dei territori adiacenti alla capitale, dove, purtroppo, si registrano già casi di decessi a seguito di esplosioni nei territori minati dagli occupanti». 

“FALSE FLAGS” 

E se da una parte continua la sfida sul terreno, dall’altra è sempre più dilagante la propaganda di guerra che tende a minare il morale delle truppe. In questo scenario si inserisce la notizia diffusa dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo la quale «la famigerata organizzazione “Caschi bianchi” è senza dubbio coinvolta in Ucraina. Non ho bisogno del New York Times o di altri - dichiara - per poter dire che questa organizzazione pseudo-umanitaria sia attivamente coinvolta. I Caschi bianchi sono uno strumento occidentale per inscenare “false flags” - operazioni in cui fingono di essere dello schieramento opposto - con armi chimiche e per sfruttare l’agenda dei diritti umani nell’interesse e a vantaggio del loro cliente. Perché sono così certa? Si tratta di una squadra che ha acquisito esperienza in Siria ed è nota ai media occidentali».

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