Grosseto, bimbi maltrattati all'asilo
Tre maestre agli arresti domiciliari

Un fermo immagine delle violenze all'asilo nido
Un fermo immagine delle violenze all'asilo nido
2 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Aprile 2016, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 20:11

GROSSETO - Maltrattamenti verso fanciulli e abbandono di minore. Sono questi i capi d'accusa che hanno portato all'arresto di Azzurra Marzocchi, 40 anni, Lisa Marconcini, 32, e Pierina Tinti, 50, le tre maestre dell'asilo nido di Grosseto "L'Albero Azzurro". Lo scrive in una nota il procuratore di Grosseto, Raffaella Capasso.
 



Le indagini che hanno portato all'emissione dell'ordinanza cautelare nella misura attenuata degli arresti domiciliari erano state avviate dalla polizia di Grosseto nel mese di novembre 2015, in seguito alle dichiarazioni rese da due ex dipendenti dell'asilo nido. Sono state proprio le immagini a consentire di acquisire importanti riscontri alle dichiarazioni delle due ex educatrici in merito all'ipotesi di maltrattamento ai danni dei bambini, tutti tra i 12 ed i 24 mesi, che frequentano la struttura.

"Veniva utilizzato un rigido metodo educativo - spiega il procuratore -. Le maestre utilizzavano maniere molto brusche per costringere i bambini a mangiare e nel 'punire' i bambini. Quelli particolarmente agitati venivano portati nella sala dormitorio dove venivano lasciati a terra, da soli, costringendoli a stare sdraiati a terra senza alcun controllo, anche per un tempo prolungato".

La titolare dell'asilo e le due educatrici colpite dall'ordinanza cautelare sono state indagate perchè, in concorso tra loro e abusando della prestazione d'opera professionale, "sottoponevano a maltrattamento materiale e psicologico i bambini di età infantile loro affidati, e ponevano in essere condotte violente e vessatorie nei loro confronti. Dalle video-riprese si nota che le educatrici spesso afferravano i bimbi di peso, li strattonavano, li trascinavano da una parte all'altra, facendoli poi ricadere bruscamente a terra. Inoltre - prosegue il procuratore Capasso - infilavano il cibo in bocca con la forza, tappando poi la bocca dei bambini con l'altra mano per evitare che vomitassero. Infine, spesso urlavano e inveivano contro i bambini allo scopo di farli tacere o imporre loro i vari comportamenti di volta in volta oggetto di coercizione".

© RIPRODUZIONE RISERVATA