Green pass, colf e badanti a rischio: perché (se non si vaccinano) rischiano il licenziamento

Green pass, colf e badanti a rischio: perché (se non si vaccinano) rischiano il licenziamento
Green pass, colf e badanti a rischio: perché (se non si vaccinano) rischiano il licenziamento
di Francesco Malfetano
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Martedì 3 Agosto 2021, 10:42

Non solo i docenti o i lavoratori della pubblica amministrazione italiana, anche per colf e badanti c'è chi spinge perché si valuti l'introduzione dell'obbligo di vaccinazione anti-Covid. Tra questi c'è ad esempio il sottosegretario alla Salute Andrea Costa che pochi giorni fa è intervenuto così sul tema: «D'altronde quando abbiamo introdotto l'obbligo vaccinale per il nostro personale sanitario siamo partiti proprio da qui, nel voler tutelare i nostri anziani e i più fragili. Credo che il prezzo che hanno pagato sia già troppo alto e non possiamo permetterci di fare altri errori» ha spiegato, aggiungendo «Dopo di che si tratta di un rapporto tra privati quindi non facile da gestire». 

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IL LICENZIAMENTO
Ecco, in realtà, le cose sembrano addirittura più semplici. Non sul fronte dell'obbligatorietà imposta dallo Stato però, ma da quella imposta dal datore di lavoro che - contratto alla mano - sembra già in grado di poter licenziare la badante o la colf che ritiene di non vaccinarsi.
In pratica il contratto del lavoro domestico che regola questo tipo di rapporti, già prevede al suo interno la possibilità di licenziare, con un preavviso che varia in base all’anzianità di servizio, solo appellandosi alla rottura di un rapporto di fiducia tra le parti e «l’indisponibilità a esibire vaccinazione o green pass mina irrimediabilmente il rapporto di fiducia con il lavoratore», ha dichiarato Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, associazione di rappresentanza delle famiglie datrici di lavoro.«Nello stesso tempo riteniamo legittimo che una famiglia che assume un lavoratore domestico chieda prima l’impegno a mantenere il green pass durante il periodo in cui lavorerà presso la famiglia», ha aggiunto Zini. 

 

IL CONTRATTO
Per quanto solida, si tratta chiaramente di un'interpretazione, ed è per questo che la stessa associazione invita i datori di lavoro ad inserire nei nuovi contratti una clausola che preveda «la disponibilità dei domestici a vaccinarsi contro il Covid (o la validità del green pass) quale condizione necessaria per l'assunzione, soprattutto nel caso di assistenza a persone fragili».
Il più delle volte infatti i 920mila lavoratori domestici italiani (i regolari, 2,17 milioni considerando quelli senza contratto) prestano assistenza  ad anziani e non autosufficienti, per età o per patologia, anche in regime di convivenza.

Spesso peraltro senza che sia possibile mantenere il distanziamento o pretendere che l'assistito utilizzi dispositivi di protezione individuale. «Ecco perché, se l'obiettivo è veramente quello di tutelare l'abitazione privata e la popolazione fragile - ha spiegato ancora Zini - riteniamo sia doveroso che i lavoratori del comparto siano vaccinati, così come dovrebbe essere per tutte le altre categorie che entrano in contatto con la famiglia in modo continuativo (caregiver o operatori socio-sanitari)». 

 

GLI ANZIANI
Una posizione, quella dell'obbligatorietà per i collaboratori domestici, badanti e colf, sostenuta anche dagli anziani. 
È quanto emerge dall'indagine condotta da Senior Italia FederAnziani su un campione di 464 over 60 che scatta una fotografia puntuale dell'attuale percezione della pandemia e della campagna vaccinale nella popolazione ultrasessantenne. Quel che emerge, inoltre, è che tra gli over 60 aderenti a Senior Italia FederAnziani, c'è un'elevatissima propensione alla vaccinazione: dei 464 intervistati, infatti, soltanto 4 hanno ammesso di non essersi vaccinati e di non avere alcuna intenzione di farlo per paura delle reazioni avverse o perché contrari del tutto alle vaccinazioni. Il Covid d'altronde fa ancora paura (per il 78,9% degli intervistati), soprattutto a quegli anziani che hanno badanti e colf in casa, di cui non si ha la certezza se abbiano fatto la vaccinazione o meno, e per i quali
il 92% degli intervistati vorrebbe che fosse obbligatoria. 

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