Da Armani a Della Valle: il governo del "made in Italy" piace ad un italiano su due

Da Armani a Della Valle: il governo del "made in Italy" piace ad un italiano su due
Da Armani a Della Valle: il governo del "made in Italy" piace ad un italiano su due
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Venerdì 12 Giugno 2020, 17:38

Un governo legato allo stile italiano? alla gente piacerebbe. Un governo composto esclusivamente da grandi imprenditori del Made in Italy, sinceramente preoccupati per il nostro Paese e impegnati a rilanciarlo, piace al 48% degli italiani. Il sondaggio è stato realizzato dall’agenzia di comunicazione di Klaus Davi su un campione di 527 italiani di età fra i 18 e i 60 anni.

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Come premier il 63% vedrebbe bene Giorgio Armani che ha l’autorevolezza e il peso per rilanciare l’immagine dell’Italia. All'Economia il campione vorrebbe Carlo Bonomi, neo eletto Presidente di Confindustria (55% delle preferenze) mentre allo Sviluppo Economico per il 60% degli intervistati il candidato ideale sarebbe un altro rappresentante della nostra Moda, Diego Della Valle, Presidente di Hogan e Tod's. Miuccia Prada, figura di spicco della grande casa di moda italiana nonché fondatrice di Miu Miu, potrebbe essere la giusta Ministra del Made in (61% preferenze) mentre agli Esteri la scelta ricadrebbe su Luca Cordero di Montezemolo (49%), personaggio che a livello internazionale non ha certo bisogno di presentazioni. Alle Pari opportunità un altro volto che rappresenta il Belpaese nel mondo, Donatella Versace (53%), da sempre attiva e portabandiera delle cause civili. Per il Tesoro in pole position c'è Alberto Bombassei (48%), Presidente della Brembo, gioiello italiano e leader mondiale nella produzione di impianti frenanti per veicoli. Una donna potrebbe andare alla Salute: Massimiliana Landini Aleotti (45%), proprietaria del colosso farmaceutico Menarini. Al Lavoro il 49% del campione vorrebbe Fortunato Amarelli, AD della storica azienda famigliare di liquirizia che esporta i propri prodotti in tutto il mondo. Ancora quote rosa, molto presenti in questo governo del Made in, con altre otto esponenti femminili del nostro Paese che anche all'estero godono di grande visibilità e rispetto: Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, col 36% delle preferenze, sarebbe Marcella Caradonna, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Milano, dalla grande esperienza in ambito economico e da sempre molto vicina sia ai cittadini sia alla pubblica amministrazione; ai Rapporti col Parlamento avremmo Maria Bianca Farina (38%), Presidente di Poste Italiane; all'Ambiente la preferenza è per Marina Caprotti (51%), Vicepresidente di Esselunga e discendente dell'azienda di famiglia, da sempre molto attenta alle politiche sostenibili; alla Politiche Agricole prima scelta è Alessia Zucchi (46%), AD di Oleificio Zucchi, brand che ha dato vita al Disciplinare per la Certificazione di Sostenibilità per la filiera dell’Olio Extravergine di Oliva, il primo al mondo per questo settore; ai Beni Culturali un'altra figura mitica del nostro Made in, Giannola Nonino (53%), prima donna delle Distillerie Nonino famose in tutto il mondo; alla Pubblica Amministrazione una dirigente cha non bisogno di presentazioni, Emma Marcegaglia (58%), già Presidente Confindustria e dell'Eni; per gli Affari Europei abbiamo un'altra figura legata a Confindustria, Licia Mattioli (41%), ex Vicepresidente degli Industriali Italiani con delega all'Internazionalizzazione e a capo di una grande azienda di gioielleria; chiude il sostanzioso gruppo femminile Federica Guidi, indicata nel delicato ruolo di Ministra dell'Interno (52%), lei che è già stata allo Sviluppo Economico nel Governo Renzi, proviene dalla Ducati Energia ed è ex Presidente di Confindustria Giovani. Continuiamo con il Turismo per il quale il 62% vedrebbe bene Flavio Briatore, grande imprenditore nonché personaggio di notevole successo e testimonial per l'Italia che sarebbe riconosciuto ovunque all'estero. Per il Ministero per il Sud le preferenze pendono decisamente dalla parte di Pasquale Natuzzi (56%), meridionale che col suo Gruppo Natuzzi ha fatto tanto per lo sviluppo e l'occupazione nel Mezzogiorno. Un altro uomo del Sud all'Innovazione: Alessio Lorusso (44%), Ceo e fondatore di Roboze, realtà barese che fornisce stampanti ipertecnologiche 3D a grandi colossi mondiali come General Electric, Bosch, Dallara, KTM e Airbus. Alle Infrastrutture e Trasporti il 49% ha scelto Franco Fenoglio, uomo di grande esperienza nel settore, Presidente della sezione veicoli industriali di Unrae, l'associazione che rappresenta tutti i costruttori esteri di auto e mezzi da trasporto presenti in Italia, nonché Presidente di Italscania. Per la Difesa un vero esperto di sicurezza, vale a dire Lorenzo Manca (37%), Presidente di Sicuritalia, azienda di punta in Italia proprio nella sicurezza a tutto tondo. Giovanni Malagò, l'attuale Presidente del Coni, in carica dal febbraio 2013, è l'uomo giusto come Ministro dello Sport secondo il 64% degli intervistati mentre alla Giustizia il 45% del campione dà fiducia a Brunello Cucinelli, fondatore dell'omonima azienda di abbigliamento, fiore all'occhiello del nostro export, e personaggio noto per il suo spiccato senso della giustizia e dell'impegno sociale. Al Ministero dell'Istruzione la scelta ricade su Marco Palmieri (39%), Presidente della Piquadro, che proprio durante l’emergenza sanitaria ha donato computer e connessione a internet nonché finanziato corsi di recupero estivi per gli studenti dell’Alto Reno emiliano. Chiude, all’Università e Ricerca, Michele Corsi (31%), neo rettore dell'Università Telematica Pegaso, realtà innovativa di grande successo e assolutamente attuale, viste le nuove direzioni della didattica a distanza emerse durante l'allarme Covid.
Ma perché un governo di imprenditori? Secondo la ricerca della Klaus Davi & Co., il motivo principale risiede nella loro indiscussa competenza (per il 43% degli intervistati); per il 36% un'altra ottima ragione è il fatto che siano personaggi ricchi e quindi non 'ruberebbero'; per il 23% rinuncerebbero a stipendi e privilegi; secondo il 17% hanno tutti una migliore reputazione dei nostri politici, soprattutto a livello internazionale; poi, viste le loro numerose esperienze all'estero, parlano le lingue straniere fluentemente (12%).

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