È una vicenda dai contorni ancora molto nebulosi quella che riguarda Gilda Ammendola, 32enne italiana arrestata in Francia e morta in carcere. Il corpo senza vita della donna, originaria di Portici (Napoli), è stato trovato in cella lo scorso 22 gennaio. Ammendola, madre di una bambina di 8 anni, prima dell'arresto era incensurata. La donna è stata trovata impiccata all'interno del penitenziario di Fleyry-Mèrogis, a Parigi. L'arresto il giorno prima, il 21 gennaio: Ammendola si mise immediatamente in contatto con la famiglia per farsi recapitare alcuni effetti personali. Meno di 24 ore dopo è morta.
La misteriosa morte di Gilda Ammendola: aperta un'inchiesta
La Procura di Roma ha aperto ora un'inchiesta su impulso dell'avvocato Domenico Scarpone, a cui i familiari della vittima si sono rivolti per comprendere quello che è successo.
I dubbi della famiglia e l'autopsia
La salma di Gilda Ammendola è stata ora trasferita all'Istituto di Medicina Legale di Napoli, dove settimana prossima verrà eseguita una nuova autopsia. I familiari hanno chiesto questo nuovo accertamento perché non si spiegano come sia possibile che la ragazza nel giro di poche ore abbia prima chiesto l'invio di effetti personali e poi abbia deciso di uccidersi. Il sospetto è che il suicidio possa essere stato inscenato.
«Quando la salma è rientrata in Italia – ha spiegato l'avvocato Scarpone a Fanpage.it – avevamo già depositato l'esposto, quindi la Procura di Roma ha disposto che il corpo venisse nuovamente messo a disposizione dell'autorità giudiziaria. I familiari non conoscono nemmeno il motivo per cui Gilda è stata arrestata, il fascicolo relativo e quello dell'autopsia non sono stati ancora messi a disposizione».
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