Domani, giornata conclusiva, si manifesta in altri 27 paesi, fra i quali l'Italia.
Il programma di massima è comune in tutte le città. Corteo e comizio in centro alla mattina, dalle 10 alle 13. Poi, ogni comitato locale può organizzare iniziative particolari. Le richieste del movimento a livello nazionale sono quelle di sempre: abolizione dei sussidi alle fonti fossili, dichiarazione di emergenza climatica da parte del governo e degli enti locali (oggi l'ha dichiarata il Comune di Roma), decarbonizzazione dell'economia, giustizia climatica per i popoli più esposti. Poi, ogni comitato locale porterà le proprie battaglie: a Milano si chiederà al Comune di ridurre il consumo del suolo, a Napoli ci sarà un focus su rifiuti e roghi, a Roma si parlerà di trasporto pubblico e piste ciclabili. «La sensazione è che domani supereremo la partecipazione delle volte precedenti - spiega Vincenzo Mautone di FFF Napoli -. Per strada, sugli autobus, sentiamo gli studenti che parlano dello sciopero, che si organizzano per andarci». Per Francesca Travaglino, romana, «siamo cresciuti tantissimo. Al primo sciopero per il clima a Roma eravamo 12, per lo più adulti. Col tempo il movimento è cresciuto attraverso le assemblee, sono arrivati sempre più ragazzi». «Non ho avuto nessuna difficoltà stavolta ad organizzare l'evento - racconta Miriam Martinelli, milanese -: I giovani oramai fanno da soli, arrivano in autonomia. Andremo in piazza tantissimi e determinati». Il ministro dell'Istruzione, il pentastellato Lorenzo Fioramonti, nei giorni scorsi ha mandato una circolare ai presidi invitandoli a giustificare gli studenti che andranno alle manifestazioni. La cosa ha suscitato molte critiche da parte delle opposizioni. Il movimento ha apprezzato, ma ha chiesto anche al ministro di fare qualcosa di concreto: soprattutto, inserire nei programmi lo sviluppo sostenibile e i danni delle fonti fossili. Numerosi presidi hanno concordato con gli studenti di partecipare alle manifestazioni con uno striscione del proprio istituto, per dimostrare l'adesione dell'intera scuola. La preside del liceo Orazio di Roma ha dichiarato per l'istituto lo «stato di emergenza climatica» per giustificare gli studenti. L'Università di Genova aderisce allo sciopero. Nei cortei ci saranno anche le ong ambientaliste, Slow Food e Coldiretti.
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