«Foto hard per pagarsi cellulare e vestiti
firmati»: la nuova "moda" tra i ragazzini

«Foto hard per pagarsi il cellulare e vestiti firmati»: la nuova "moda" tra i ragazzini
«Foto hard per pagarsi il cellulare e vestiti firmati»: la nuova "moda" tra i ragazzini
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Lunedì 28 Gennaio 2019, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 17:58
PERUGIA - Foto a luci rosse in cambio di regali. Soprattutto in cambio di soldi per acquistare vestiti e cellulari. Dunque non situazioni legate alla «sussistenza» ma volte solo ed esclusivamente a poter mettere le mani su prodotti di un certo tipo per evitare di essere da meno degli amici: questo è quanto accade nel mondo dei giovanissimi, fenomeni definiti in continuo aumento.

Questo è l’allarmante stato delle cose messo in evidenza dalla relazione della Corte d’appello di Perugia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Sempre con maggiore frequenza - è scritto nella relazione - si assiste a forme di adescamento di minorenni disposti a mettere a disposizione il proprio corpo per il soddisfacimento del piacere sessuale da parte di adulti, dietro pagamenti di un prezzo o la dazione di regalie di valore significativo. Tali fenomeni, di competenza distrettuale, si rinvengono in tutto il territorio umbro e sono spesso legate a forme di perversione e a volte anche di diminuita capacità di intendere e di volere da parte degli indagati».
Insomma, ragazzini che finiscono preda di malintenzionati a causa, sempre più spesso, del desiderio di avere soldi da parte per acquistare quanto desiderano o che riescono direttamente a farseli regalare da chi chiede loro foto o comunque atteggiamenti osè in cambio.

Nelle pagine della relazione, sempre in riferimento al mondo dei giovanissimi e a quanto viene trattato dal tribunale e dalla procura per i Minori, il discorso più o meno negli stessi termini vira sulla questione furti e spaccio.
Anzitutto viene rilevato come ormai i due fenomeni non siano più appannaggio solo di certi gruppi e di certe nazionalità ma come, «in una sorta di integrazione antisociale», si rilevi la presenza di vere e proprie gang multietniche «assai di frequente in concorso con minorenni italiani». In secondo luogo, sono le motivazioni a colpire: «La sensazione è che non si tratti più di reati “di sussistenza”, determinati da bisogni di sopravvivenza, come è stato per lungo tempo (immigrazione economica), ma che la devianza abbia come causa principale la necessità per il giovane non italiano di uniformarsi “al gruppo” (sempre più eterogeneo e multietnico nella sua struttura), sì da dover avere gli stessi oggetti-status symbol: apparati tecnologici sempre più sofisticati, costosi, abiti firmati, disponibilità economica per consumo di gruppo di alcol-droga, con conseguenti, quanto inevitabili, poli-abusi». Nel periodo in esame sono stati esauriti 444 procedimenti a carico di noti; 160 le richieste di rinvio a giudizio.
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