L'ex consulente di Boris Johnson: «Virus in Gran Bretagna per colpa di italiani e spagnoli»

L'ex consulente di Boris Johnson: «Virus in Gran Bretagna per colpa di italiani e spagnoli»
L'ex consulente di Boris Johnson: «Virus in Gran Bretagna per colpa di italiani e spagnoli»
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Mercoledì 3 Giugno 2020, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 00:07
Il coronavirus? Colpa dell'Italia. E della Spagna. È stata la diffusione «dalla Spagna e in qualche misura dall'Italia», inizialmente sottostimata rispetto al timore d'importare contagi dalla Cina, il punto di partenza della proliferazione dell'epidemia nel Regno Unito: dove poi il totale delle vittime da Covid-19 ha raggiunto numeri record. A sostenerlo è il professor Neil Ferguson, epidemiologo dell'Imperial College di Londra ed ex consulente del governo di Boris Johnson i cui modelli sono stati decisivi per convincere il premier ad adottare (con un certo ritardo, secondo molti) le restrizioni del lockdown a partire dal 23 marzo. «Ci stavamo preoccupando della Cina e di altri Paesi asiatici - ha affermato Ferguson in un'audizione alla Camera dei Lord - mentre ora è chiaro che centinaia se non migliaia di persone infette stavano entrando nel Regno Unito dalla Spagna, e in una certa misura dall' Italia, tra fine febbraio e inizio marzo, prima che un sistema di sorveglianza fosse in piedi». Un fattore sfuggito in un primo tempo non solo ai controlli, ma anche ai calcoli delle sue previsioni. 

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Secondo il team di Ferguson - costretto il mese scorso a dimettersi dal Sage, l'organismo medico-scientifico chiamato a consigliare l'esecutivo sull'emergenza, per aver incontrato la sua amante in violazione del lockdown - le restrizioni, se adottate con rigore prima di fine marzo, avrebbero dovuto consentire di contenere i morti per Covid nel Regno attorno a 20.000. Invece il totale è già salito a quasi 40.000 secondo i conteggi del ministero della Sanità dei soli casi certificati dal tampone e a quasi 50.000 secondo le stime dell'Ons, l'Istat britannico: record europeo in cifra assoluta, nonché secondo dato peggiore al mondo dopo gli Usa.

E il rischio, a dispetto del controverso avvio di un alleggerimento del lockdown sull'isola deciso dal governo Johnson, è ancora significativo secondo l'accademico dell'Imperial College: ma questa volta a causa dell'effetto di spargimento - tutt'altro che esaurito nelle sue parole - dei focolai interni creatisi in ospedali e case di riposo.
Focolai che - nonostante la flessione della curva complessiva dei nuovi contagi delle ultime settimane, peraltro non uniforme in tutti i territori del Regno - continuano a mietere vittime Oltremanica a una media di oltre 200 morti al giorno. Ben più, ormai, che in Spagna o in Italia.
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