Aveva pensato di uccidere la compagna e farla finita a sua volta, un omicidio-suicidio per uscire da una sorta di tunnel di esasperazione causata, a suo dire, dalla situazione di conflittualità che la donna aveva con il marito, fra reciproche denunce e tensioni. Ma dopo aver ucciso la donna con un colpo di pistola alla testa, Giovanni Carbone non ha trovato il coraggio di suicidarsi.
«Sei stato con la mia ragazza»: ragazzo picchiato, torturato e quasi ucciso da quattro coetanei
Certo è che il 39enne di origine materana ha deciso tragicamente il destino di Eliana Maiori Caratella mentre il suo è nelle mani della giustizia e ora rischia l'ergastolo.
L'uomo è accusato di omicidio volontario, di detenzione e porto illegale della pistola in luogo pubblico e di ricettazione dell'arma stessa. Carbone ci avrebbe provato tre volte a premere il grilletto: un proiettile è rimasto in canna, pronto per essere esploso, altri erano nel caricatore. L'arma durante la perquisizione è stata trovata nella tasca del giaccone dell'uomo, che subito dopo aver sparato potrebbe anche essere uscito per poi rincasare. L'uomo ha raccontato che fra lei e la Caratella non c'erano problemi, una coppia che sembrava affiatata almeno fino al 14 dicembre, quando Carbone e la Caratella (lui era solito accompagnarla) erano andati insieme in Tribunale per una duplice udienza: la prima relativa alla separazione di lei dal marito, la seconda dinanzi al Gip per discutere l'opposizione a una richiesta di archiviazione in seguito a una denuncia per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Cosa è successo fra il 14 e il 19 da portare a un omicidio? Lei aveva scoperto qualcosa sul conto del compagno e magari voleva denunciarlo o lasciarlo? Oggi pomeriggio in Procura verrà affidata l'autopsia al professor Cristian D'Ovidio.