Stava bene e tornava dalle vacanze
l'ultima vittima del virus del Nilo

Stava bene e tornava dalle vacanze l'ultima vittima del virus del Nilo
di Mauro Favaro
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Domenica 2 Settembre 2018, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 10:57
TREVISO - La Febbre del Nilo miete un’altra vittima. È la seconda nella Marca in nemmeno tre settimane. Ieri mattina al Ca’ Foncello è morto un 83enne di Casale che ha sviluppato un’encefalite in seguito al contagio dal virus di origine tropicale, diffuso dalle zanzare, dopo un periodo di vacanza sul litorale rodigino. «Il paziente non aveva problemi di salute in grado di predisporre a una infezione come quella del West Nile», specifica Roberto Rigoli, responsabile della Microbiologia di Treviso. Insomma, stava bene. Tanto che era andato in vacanza. Un particolare di enorme importanza. Che ora fa salire la preoccupazione.

LE ANALISI Non si esclude l’ipotesi che il virus possa aver subito una mutazione, diventando ancora più aggressivo. «Abbiamo congelato tutti i sieri dei pazienti colpiti: li invieremo nei centri di riferimento del ministero e dell’Università di Padova per studiare eventuali mutazioni – rivela il primario – c’è anche da chiarire il rapporto tra carica virale e altre patologie: se una persona viene punta ripetutamente da diverse zanzare infette, è possibile che arrivi a sviluppare la malattia anche senza fattori di rischio».

IL RICOVERO L’83enne era arrivato al pronto soccorso del Ca’ Foncello il 24 agosto. Aveva la febbre alta ed era in stato confusionale. Immediatamente è scattato il ricovero nel reparto di Medicina. Poi è stato trasferito nell’unità di Medicina d’urgenza. Una volta emersa l’encefalite, i medici hanno effettuato degli accertamenti per verificare la presenza del virus della Febbre del Nilo. E l’esame sierologico ha confermato i sospetti. Le condizioni dell’uomo sono precipitate nel giro di una sola settimana. Fino a ieri, quando il suo cuore ha smesso di battere. Il decesso dell’83enne di Casale si somma alla morte della 74enne, a sua volta infettata dal virus del West Nile, mancata il 13 agosto all’ospedale di Oderzo. L’anziana, però, era già in una condizione molto critiche: un tumore giunto in fase terminale l’aveva portata a una grave perdita di peso irreversibile e a una immunodepressione di secondo grado.

IL PRECEDENTE Al momento al Ca’ Foncello sono ricoverate altre quattro persone contagiate dal virus di origine tropicale. Due in Malattie infettive: un 76enne in via di miglioramento per quanto riguarda la Febbre del Nilo ma alle prese con altre serie patologie e un 56enne di Treviso contagiato all’inizio di questa settimana da virus dopo un periodo di vacanza nella zona di Caorle. Quest’ultimo ha sviluppato l’infezione senza avere altri problemi di salute. Fino a ieri era l’unico caso registrato in Veneto. «Sta leggermente migliorando dal punto di vista encefalico», fa il punto Rigoli. Ma la strada è ancora lunga. E i medici vogliono vederci chiaro sul perché abbia sviluppato un’infezione del genere in assenza di altre patologie. Mentre venerdì sono stati ricoverati due anziani nel reparto di Geriatria: un 96enne a sua volta di Casale e un 90enne di Silea, che è stato dimesso dopo poche ore.

PREVENZIONE Ad oggi la prevenzione è l’unica arma possibile contro il virus di origine tropicale, ormai endemico anche nella Marca.
Riducendo il numero di zanzare, in buona sostanza, si va a ridurre anche il rischio di nuovi contagi. Il virus che causa la Febbre del Nilo, che parte dagli uccelli migratori, viene trasmesso all’uomo in particolare dalle zanzare comuni (tipo culex). Mentre non si trasmette da persona a persona, tramite il contatto. Dal momento della puntura di una zanzara infetta, la malattia ha un periodo in incubazione che può variare da una a due settimane. Nella maggior parte dei casi non dà particolari problemi. Molti non si accorgono nemmeno di essere stati contagiati. In altri, invece, emergono febbre, mal di testa, nausea, sfoghi cutanei e linfonodi ingrossati. Nei casi più gravi, però, circa un su mille, il virus può anche arrivare a causare un’encefalite, che può essere letale.
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