Enrico Varriale, un'altra donna accusa il giornalista di stalking e lesioni. «Se mi denunci ti uccido»

Il pm: "Ha picchiato e minacciato la ex"

https://www.ilmessaggero.it/schede/1_maggio_roma_cosa_fare_meteo_trasporti_ultime_notizie-7371878.html
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Sabato 29 Aprile 2023, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 15:53

Urla e insulti sempre più pesanti, liti culminati in minacce di morte e anche in uno scontro violento, con lei che viene spinta in terra, sbatte la testa e perde i sensi. «Se mi denunci ti ammazzo», le avrebbe detto l'ex vicedirettore di Rai Sport, Enrico Varriale, già a giudizio per stalking e lesioni in danno della ex compagna e ora a rischio processo, con le stesse accuse, dopo la denuncia di un'altra donna con la quale ha avuto una relazione burrascosa: la pm Daniela Cento ha chiuso le indagini a suo carico e il prossimo passo della Procura potrebbe essere una richiesta di rinvio a giudizio.

LA DENUNCIA
I fatti vanno da dicembre 2021 a febbraio 2022.

In settembre, Varriale era stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento nei confronti della precedente compagna, dopo decine di telefonate notturne, appostamenti sotto casa, una lite furibonda sfociata in schiaffi, spintoni e terminata con un referto del pronto soccorso. A pochi mesi di distanza, il giornalista sportivo avrebbe seguito un copione molto simile con un'altra donna. Anche in questo caso le accuse sono stalking e lesioni. Dopo una serie di minacce e molestie, avrebbe aggredito la vittima l'8 dicembre 2021. Lei era andata a casa sua e lì si sarebbe scatenata una lite violenta. Lei era caduta e aveva perso i sensi. Quando era rinvenuta aveva chiamato il 112 e, a quel punto, Varriale l'avrebbe minacciata, intimandole di non sporgere denuncia. Ma non è tutto. Fino al febbraio successivo, il giornalista avrebbe tormentato la vittima, appostandosi sotto casa sua per incontrarla, contattandola ripetutamente al telefono e tramite i social. Di fronte alle mancate risposte, avrebbe reagito in modo aggressivo e assillante: tentando di «contattarla con numeri anonimi, cercando di carpire notizie attraverso il controllo di profili social - scrive la pm Cento nel capo di imputazione - e contattando i figli di lei».

LE TELEFONATE
Il 19 dicembre 2021 le avrebbe telefonato usando l'utenza della Rai - suo luogo di lavoro - «oscurando il numero chiamante sia alle 12,55 sia alle 13,27», si legge negli atti. Nel corso della seconda telefonata, con voce camuffata, avrebbe detto alla donna: «Morirai». In questo modo, sottolinea il magistrato, la vittima avrebbe vissuto un grave «stato di ansia e di paura per la propria incolumità» e sarebbe stata costretta a «modificare le proprie abitudini di vita, quale quella di rispondere al citofono». La donna ha raccontato di avere anche iniziato a tenere spente le luci di casa sua, per timore di essere controllata. A Varriale viene contestata pure l'aggravante di avere commesso il fatto in danno di una persona alla quale era legato da una relazione affettiva. Durante la lite dell'8 dicembre 2021, inoltre, la vittima, che aveva battuto la testa contro il pavimento, sarebbe stata spinta, strattonata e colpita con un forte schiaffo al volto. In ospedale le era stato diagnosticato un trauma cranico non commotivo, giudicato guaribile in 4 giorni.

IL PRECEDENTE
Nel settembre 2021, Varriale era stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dalla precedente compagna. Nell'ordinanza il gip aveva sottolineato che «le condotte danno conto di una personalità aggressiva e prevaricatoria, evidentemente incapace di autocontrollo». All'epoca, secondo la ricostruzione della Procura, la situazione era degenerata il 6 agosto 2021. Durante una lite, il giornalista avrebbe sottratto il cellulare alla donna, poi avrebbe sbattuto contro il muro la vittima, la avrebbe colpita con calci e le avrebbe anche afferrato il collo. La lite, iniziata nell'appartamento di lui, sarebbe proseguita sul pianerottolo. Agli atti, i referti del pronto soccorso del Policlinico Gemelli: «Ferita lacero contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in 5 giorni».
 

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