Il delitto nella palazzina dalle pareti troppo spesse

Il delitto nella palazzina dalle pareti troppo spesse

di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 8 Giugno 2023, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 08:41

La storia del delitto di Fabriano, dove un operaio di 63 anni è stato trovato morto sul corridoio vicino alla camera da letto con lesioni al cranio, è ancora in parte da scrivere. Per ora si sa che la compagna convivente, Alessandra Galea, trovata in strada con l’aria di chi non ne sa nulla all’arrivo dei soccorsi («Ma davvero è morto il signor Baldoni?») è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario. Da subito è emersa una drammatica concomitanza, quasi una maledizione di famiglia o il disegno di un destino che si compie: 9 anni fa la sorella gemella della presunta assassina era stata arrestata per aver ucciso l’anziana mamma con il calcio di un fucile da soft air e poi dichiarata al processo incapace di intendere e di volere per vizio totale di mente. Si sa anche che la donna fermata sabato sera, nell’interrogatorio davanti al gip per l’udienza di convalida, ha provato a difendersi recitando il ruolo della vittima. «Ho respinto un approccio sessuale, mi sono difesa, non l’ho ucciso». Da indagata non ha l’obbligo morale e giuridico di dire la verità, quindi potrebbe tranquillamente mentire, senza timore purtroppo di essere contraddetta dal compagno, morto e ormai sul punto di essere sepolto. Ma anche in questa storia da cronaca nera ancora da ricostruire nei dettagli, c’è qualcosa che somiglia già a una sentenza, e riguarda i rapporti tra persone, nella placida provincia italiana, e la fiducia nelle istituzioni. I vicini di casa della coppia, intervistati come sempre dai cronisti accorsi sul luogo del delitto, nell’ultimo periodo non potevano fare a meno di sentire i litigi che divampavano tra le mura domestiche e filtravano - a suon di urla - negli altri appartamenti del condominio di via Castelli 56. «Bisticciavano sempre, in continuazione», hanno confidato gli altri inquilini. E anche i fratelli di Fausto Baldoni, la vittima, erano al corrente di quanto burrascosi fossero diventati i rapporti tra conviventi. «Una morte annunciata, avevo detto a mio fratello di stare attento, ma non mi ha mai ascoltato - parole di Rita -. Lui stravedeva per lei, gli dispiaceva mandarla via di casa, piuttosto si barricava in casa».

Eppure nonostante questi segnali premonitori, nonostante il pregresso di una drammatica vicenda familiare a seguito della quale la stessa Alessandra - così raccontano i familiari della vittima – sarebbe stata sottoposta a due trattamenti sanitari obbligatori, nessuna segnalazione era giunta alle forze dell’ordine o ai servizi sociali del Comune di Fabriano. Se ne è meravigliata la stessa sindaca, Daniela Ghergo, ricordando «che i servizi Sociali del Comune di Fabriano, da sempre, sono in prima linea e lavorano ascoltando e intervenendo ogni qual volta arrivi una segnalazione, sia da parte di privati che di associazioni». Il segnale di «una società sta andando in una direzione - parole sempre del sindaco - che non riusciamo né a comprendere, né ad interpretare». Dunque può capitare, anche in una realtà non certo socialmente degradata come quella della Città della carta nell’anno 2023, che diverse persone ascoltino dei vicini litigare di continuo, che dei familiari sappiano che un congiunto vive nella paura, tanto da nascondere i coltelli da cucina, e nessuno senta la necessità di segnalare il pericolo. Certo i fratelli di Fausto, persone tutt’altro che indifferenti, avevano provato a convincerlo a troncare quel rapporto che si era intossicato. Di sicuro i condomini, per pudore, hanno preferito non intromettersi in questioni private, non immaginando che si sarebbe arrivati a tanto. Comunque sia, nessuno - almeno da quanto emerge finora - avrebbe chiesto aiuto alle istituzioni. Forse perché - specie dopo l’isolamento del Covid - le pareti dei condomini si sono fatte più spesse e le urla, che pure si sentono, sembrano rimbalzare. O perché siamo assuefatti all’idea che rivolgersi alle istituzioni, in certi casi, possa servire a poco, se non addirittura a inasprire ai dissidi. Fausto, probabilmente per quel nobile sentimento che chiamiamo amore, non ha ascoltato i consigli dei fratelli, gli inviti accorati a staccarsi da quella relazione. Qualcuno, oltre ai suoi fratelli che hanno cercato invano di persuaderlo, poteva aiutarlo a capire?

*Caporedattore del Corriere Adriatico

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