Coronavirus, Simonetta morta a 44 anni: assisteva gli anziani a domicilio. Lascia due figli

Simonetta De Piccoli, 44 anni, di Conegliano
Simonetta De Piccoli, 44 anni, di Conegliano
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Sabato 25 Aprile 2020, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 14:10

VAZZOLA - Simonetta De Piccoli, 44 anni, moglie, mamma e operatrice socio sanitaria, è la vittima di coronavirus più giovane della Marca. Un triste primato per la donna che lavorava al servizio di assistenza domiciliare a Conegliano: aiutava gli anziani non autosufficienti portando i pasti a casa, facendo la spesa per loro e cucinandogli i pasti. Essere al servizio degli altri era la sua vocazione, non solo il suo lavoro. Simonetta, che soffriva di asma, ha manifestato i primi sintomi del Covid19 il 10 marzo. È rimasta a casa in malattia meno di una settimana. Poi i sintomi si sono aggravati, faceva fatica a respirare. È stata ricoverata all'ospedale di Conegliano. Dopo qualche giorno la situazione è peggiorata ancora e quando i suoi polmoni non ce la facevano più a respirare da soli e c'è stato bisogno di ricoverarla in terapia intensiva, è stata trasferita al nosocomio di Bassano del Grappa perché in quello coneglianese non c'era posto. È morta lì, ieri. Il marito Paolo Cescon, e i figli Martina, 19 anni, e Leonardo, 16, l'hanno potuta vedere per l'ultima volta giovedì. Non abbracciare. Non dirle addio. Solo vedere da dietro la vetrata della terapia intensiva.

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IL DOLORE
«Era ancora viva quando l'abbiamo vista» sussurra la figlia Martina. Un mese e mezzo di timori e speranza, nell'attesa di una telefonata dall'ospedale per sentire la voce di mamma Simonetta dire loro che ce l'aveva fatta, che quel virus subdolo non aveva avuto la meglio. Purtroppo non è andata così e oggi tutta la comunità di Visnà e quella di Levada di Ponte di Piave, di dov'era originaria, piangono la perdita di una persona speciale. Simonetta aveva fatto il corso per diventare Oss nel 2011 e poi era stata assunta dalla cooperativa Insieme Si Può che l'aveva collocata nel servizio domiciliare prima a Cappella Maggiore e poi a Conegliano. «Mia mamma era una persona che pensava prima agli altri e poi a se stessa dice Martina Ha sempre fatto di tutto per gli altri, e anche a casa era lei l'anima della famiglia». Dalla Pro Loco di Visnà al doposcuola per i bambini, dal gruppo giovani alla squadra di calcio nella quale gioca il figlio Leonardo, Simonetta si è sempre data disponibile. «Aveva un sorriso e una parola buona o di incoraggiamento per tutti la ricorda Fabio Miotto, assessore e membro della Pro Loco Era sensibile, disponibile, accogliente, sapeva rapportarsi nel modo giusto con tutte le generazioni. Nella grande famiglia della pro loco lei era una componente ben voluta da tutti. È una grave perdita per tutta la comunità». Anche la società di calcio ha voluto esprimere la propria vicinanza alla famiglia: «Tutto il VazzolaCodognè si stringe intorno al suo capitano Leo Cescon e alla sua famiglia, la perdita della mamma Simonetta è un colpo difficile da accettare, una signora giovane e attiva, sempre disponibile, sia a dare consigli sia con il lavoro, mai invadente e rispettosa dei ruoli, ci rimarrà il ricordo di lei, un gran bel ricordo».

LE LACRIME
«Si tratta di una disgrazia che ci lascia a terra. Era una persona meravigliosa. Faceva l'assistente domiciliare a Conegliano, consegnando i pasti e aiutando chi aveva bisogno di una mano ricorda Rina Biz, fondatrice e presidente onoraria della cooperativa Insieme si può ha lavorato in questa emergenza come i medici, gli infermieri e gli operatori degli ospedali. Sono dei martiri, morti sul lavoro per continuare a dare dignità alle persone più fragili. Adesso siamo in lutto. Ci sentiamo tutti soffocare». Dalla cooperativa assicurano che in questo periodo di emergenza hanno fatto di tutto per la sicurezza dei lavoratori. A cominciare dalla distribuzione delle mascherine a chi poteva potenzialmente entrare in contatto con soggetti positivi al cooronavirus. «Siamo sempre stati attenti a dotare gli operatori di tutti i dispositivi di protezione conferma Biz Purtroppo è una disgrazia che non ha una spiegazione». Il Covid-19 continua a mietere vittime. Ieri sono mancate altre 11 persone. Dall'inizio dell'epidemia hanno perso la vita 236 trevigiani. In tutto sono state 2.420 i contagi coronavirus. Ieri sono emerse altre 25 positività. Al momento ci sono ancora 1.254 infezioni in corso. La buona notizia è che rallentano gli isolamenti domiciliari, fermi a 1.748. E continuano a calare i ricoveri. NEgli ospedali ci sono 178 pazienti, 5 in meno di ieri. Più 17 nelle terapie intensive, 3 in meno. I dimessi hanno raggiunto quota 573. E soprattutto c'è stato un balzo del numero dei guariti. Sono 930 i trevigiani usciti dal tunnel del coronavirus.
 

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