Protesta perchè lui ha l'amante, donna
incinta insultata e picchiata dal marito

Protesta perchè lui ha l'amante, donna incinta insultata e picchiata dal marito
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Sabato 24 Febbraio 2018, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 11:08
Tradiva, pestava e umiliava la moglie incinta. Due volte l’ha mandata all’ospedale, costringendola persino a fingere di essere caduta col motorino. Se lei provava a lamentarsi, erano botte e offese: «Sei una femmina, non capisci niente, ti devi stare zitta». Un libero professionista teatino, A.C.O., 42 anni, è finito sotto processo con una sfilza di accuse: maltrattamenti in famiglia, lesioni personali continuate, violenza privata, violenza o minaccia per costringere qualcuno a commettere un reato, violazione degli obblighi di assistenza familiare. Le indagini, coordinate dal pm Giuseppe Falasca, sono state condotte dalla polizia. L’uomo è stato rinviato a giudizio dal gip Luca De Ninis: a giugno comparirà davanti al giudice Isabella Maria Allieri.

Dopo mesi da incubo, la donna ha denunciato tutto. Lui sostiene che non è vero nulla. Ma la Procura giudica credibile il racconto della donna, 34 anni, anche lei teatina. Il libero professionista è accusato di «azioni lesive dell’integrità, della libertà e dell’onore della convivente more uxorio». Quando lei protestava «per le palesi relazioni con altre donne», lui la riempiva di insulti. L’uomo ha fatto mancare il contributo alla vita familiare, «anche in seguito alla gravidanza della donna e dopo la nascita della figlia». In altre parole: la vittima «era costretta a dipendere ancora dai genitori, umiliandosi a chiedere loro denaro». L’imputato non «risparmiava alla convivente aggressioni in cui culminavano le liti quando era rimproverato d’incontrarsi con altre donne o quando le chiedeva dei soldi, soprattutto durante la gravidanza e con la nascita della figlia». Il 26 settembre del 2015 il 42enne è arrivato a picchiarla tanto da mandarla in ospedale. Qui l’ha obbligata, «avvalendosi dello stato d’intimidazione e di soggezione alla quale era sottoposta», a raccontare che le ferite se le era procurate con una caduta dal motorino, «inducendo i medici a redigere un referto ideologicamente falso».

Il 31 marzo del 2016, senza fermarsi neppure di fronte alla gravidanza della compagna, ormai prossima al parto, l’ha offesa e aggredita. L’incubo non è finito con la nascita della figlia. La 34enne ha raccontato le condizioni in cui viveva ai genitori di lui. E l’uomo è andato su tutte le furie: l’ha picchiata con violenza, facendole sbattere più volte la schiena contro la libreria di casa e lasciandola a terra dolorante. In questa circostanza ha costretto la donna a non andare in pronto soccorso minacciandola che, in caso contrario, avrebbe preso con sé la figlia e non gliela avrebbe fatta più vedere. «Anche dopo avere interrotto la convivenza - scrive il pm - continuava ad umiliare la donna quando la vedeva per incontrare la piccola». In particolare, ad agosto 2016, si è scagliato contro la donna dicendole: «Tu non sai fare la madre, non sei in grado di crescerla, quindi la porto con me». Poi è passato alle botte, facendola cadere a terra e prendendola a calci. La vittima è difesa dall’avvocato Antonello D’Aloisio, mentre i legali dell’imputato sono Guglielmo Flacco e Cristina D’Ettorre.
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