Coronavirus, Pregliasco: «Una seconda ondata potrebbe non esserci, ma dobbiamo farci trovare preparati»

Coronavirus, Pregliasco: «Una seconda ondata potrebbe non esserci, ma dobbiamo farci trovare preparati»
Coronavirus, Pregliasco: «Una seconda ondata potrebbe non esserci, ma dobbiamo farci trovare preparati»
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Domenica 21 Giugno 2020, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 17:26

«Per un vaccino sicuro e disponibile per tutti occorrerà attendere almeno un altro anno, quindi è bene mantenere tutte le norme di precauzione che abbiamo adottato fino ad oggi». Così Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario del Galeazzi di Milano, ha parlato dell'attuale situazione del coronavirus in Italia e non solo.

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In collegamento con Mara Venier a Domenica In, il professor Fabrizio Pregliasco ha risposto alle domande della conduttrice e di Milly Carlucci nello studio del programma di RaiUno. «Non sappiamo con certezza se ci sarà una seconda ondata, ma dobbiamo farci trovare pronti. L'Italia è stata travolta dalla diffusione del virus, ora però abbiamo superato l'emergenza e abbiamo il dovere di fronteggiare nuovi contagi» - ha spiegato il virologo, in collegamento da Rho - «Non ci sono prove scientifiche che il virus si sia indebolito, semplicemente ora siamo più preparati, ci sono più posti negli ospedali e sappiamo individuare i positivi anche in assenza di sintomi, mentre qualche mese fa nessun asintomatico veniva sottoposto a tampone».

Fabrizio Pregliasco ha poi aggiunto: «La storia dell'uomo parla di pandemie che si ripetono ciclicamente, negli ultimi 20 anni ne abbiamo vissute tante altre ma l'Italia non era mai stata colpita. I virus esistono e dobbiamo farci trovare pronti: il coronavirus, come abbiamo scoperto soprattutto nelle ultime settimane, può essere diffuso anche da persone asintomatiche o paucisintomatiche. E non è affatto scomparso, non è finita: quello che è accaduto a Roma, al San Raffaele e alla Garbatella, e a Milano al Niguarda, dimostra che basta davvero poco per far nascere nuovi focolai. I dati attuali sono abbastanza buoni, l'Italia sta uscendo progressivamente dall'emergenza, compresa la Lombardia che resta il fanalino di coda, ma stiamo anche affinando la capacità di identificazione e circoscrizione».

Il virologo lombardo continua a predicare prudenza, parlando anche delle dichiarazioni del collega Alberto Zangrillo: «Lui ha parlato di un fatto oggettivo: le terapie intensive si stanno svuotando. Questo però non significa che il virus sia scomparso, dobbiamo mantenere le stesse misure delle mascherine e del distanziamento. Non esiste ancora una terapia efficace contro il Covid e per un vaccino sicuro e prodotto massivamente servirà un anno, forse un anno e mezzo. Dobbiamo solo evitare comportamenti imprudenti, gli assembramenti visti nelle ultime settimane sono un rischio concreto. Io stesso, ad esempio, ho peccato di leggerezza nel passare il mio cellulare ad un collega per una telefonata d'urgenza. Dobbiamo mantenere le misure di sicurezza e cercare di tracciare tutti i contatti per spegnere sul nascere i nuovi focolai. La riapertura delle scuole sarà la prima battaglia da combattere in autunno».

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