Nel provvedimento del Tribunale, presieduto dal giudice Gaetano Appierto, si legge che è «altamente verosimile che nel corso della stabile convivenza delle parti in causa, con inizio già nell'autunno del 2013, siano state adottate dalla donna economicamente più debole decisioni in ordine al trasferimento della propria residenza ed alla attività lavorativa - prosegue la sentenza - dettate non solo dalla maggior comodità del posto di lavoro rispetto ai luoghi di convivenza (Pordenone piuttosto che Venezia), ma anche dalla necessità di coltivare al meglio la relazione e trascorrere quanto più tempo possibile con la propria compagna, non comprimendo il tempo libero con le ore necessarie per il lungo trasferimento per almeno due volte al giorno».
L'assegno di mantenimento sarà di 350 euro al mese a carico della coniuge economicamente più forte che occupa ancora l'abitazione condivisa all'epoca della relazione.