Come è cambiato il virus a Nordest, ora che più di 4 persone su 10 hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino e quasi 1 su 5 può già considerarsi completamente immunizzata? Due studi diversi, pubblicati in questi giorni, provano a guardare la situazione da differenti punti di vista. Da un lato l'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell'Università Cattolica mette in relazione l'andamento della campagna con la diffusione dei contagi, osservando che l'età dei positivi continua a scendere man mano che i più anziani vengono vaccinati. Dall'altro l'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il ministero della Salute e con il supporto della Fondazione Bruno Kessler, fa il punto sulle varianti, notando che l'inglese è sempre predominante ma in calo, mentre la brasiliana è in aumento.
Vaccino e varinati
Secondo il monitoraggio della struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo, aggiornato a ieri pomeriggio, i tassi di somministrazione della seconda dose (o unica, nel caso di Johnson&Johnson) oscillano in Veneto da 1,12% per i 16-19enni a 91,54% per gli ultra 80enni, con una media generale di 23,99%; quelli della prima iniezione variano fra 1,86% e 97,46%, per cui mediamente risulta a metà dell'opera il 42,74% della popolazione. Allo stesso modo, in Friuli Venezia Giulia le quote dei soggetti totalmente coperti vanno da 1,40% fra i 16-19enni a 84,07% fra gli ultra 80enni, pari a una media del 22,54%; quanto alla prima inoculazione, la forbice dei dati si estende fra 3,14% e 90,09%, registrando mediamente un 41,76% tra le diverse fasce anagrafiche.
Età dei contagiati scende
In aggiunta alla mascherina, all'igienizzazione delle mani e al distanziamento, potenziati da quindici mesi di restrizioni e chiusure, è ora il vaccino a rappresentare la principale arma di contrasto alla circolazione del Coronavirus. L'indagine settimanale di Altems annota che, nonostante la grande variabilità tra le regioni, continua a scendere l'età dei casi tra gli over 70, attestata all'8,3% nell'ultimo periodo considerato (dal 3 al 16 maggio), valore prossimo a quello rilevato a fine agosto e cioè 7,2%. Questo dato va letto insieme alle percentuali di copertura della prima dose vaccinale riscontrate a livello nazionale: 90,83% fra gli ultra 80enni e 80,68% fra i 70-79enni, coorte quest'ultima in cui il Veneto segna 84,64% e il Friuli Venezia Giulia 73,15%.
Cresce il numero dei guariti ma anche dei deceduti
La ricerca traccia curve in generale flessione a Nordest. Nell'ultima settimana in Veneto risulta «in leggera e costante diminuzione» il numero dei soggetti isolati a domicilio, così come «diminuisce lievemente e in modo costante» anche l'entità dei ricoveri, mentre sono «in costante crescita il numero dei guariti e il numero di deceduti». Il miglioramento è ancora più spiccato in Friuli Venezia Giulia, che domani entrerà in zona bianca, grazie a «un tasso di ospedalizzazione in forte decrescita», definita «costante» pure sul piano dell'isolamento domiciliare, con l'aggiunta che «il tasso di guarigione e quello di mortalità sono in rapido decremento e si avvicinano allo zero».
Il virus muta per sfuggire al vaccino
In tutto questo, il virus continua a mutare, nel tentativo di sfuggire alla morsa delle misure vaccinali e restrittive implementate. L'indagine rapida coordinata dall'Iss ha sequenziato 1.663 tamponi positivi, di cui 137 in Veneto e 27 in Friuli Venezia Giulia, notificati il 18 maggio. I laboratori veneti hanno individuato 129 casi di variante inglese (il 94,2%), 1 di brasiliana, 2 di indiana e 5 di altro tipo; quelli friulgiuliani ne hanno scovati 26 di inglese (il 96,3%) e 1 di altro genere. Gli analisti avvertono che «nel contesto italiano, in cui la campagna di vaccinazione sta accelerando anche se non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante».