Altro che 'baby-boom': il Covid spegne il desiderio, raffredda gli entusiasmi e riduce la libido sessuale. Lo sostiene una sessuologa, la professoressa Roberta Rossi, presidente della Federazione nazionale di sessuologia, intervenuta al Festival della Salute 2020, in corso a Siena, per parlare degli effetti sulla sessualità della pandemia di coronavirus, e dei conseguenti lockdown, quarantene e isolamenti.
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La paura di ammalarsi, l'ansia per il futuro incerto, la mancanza di vita sociale, non facilitano i rapporti a due e fanno calare il desiderio, secondo l'esperta. «L'amore ai tempi del Covid ha perso entusiasmo.
L'obbligo di stare in casa nei mesi primaverili e che torna anche in queste settimane per buona parte del Paese, non ha fatto riavvicinare le coppie? «La convivenza h24, se per alcune coppie è stata la riscoperta dello stare insieme, ha rinforzato l'intimità e la vicinanza, per molti altri è invece risultata difficile - sostiene la sessuologa - Abituati a condividere solo poche ore al giorno, si sono ritrovati a passare insieme l'intera giornata, a dividersi gli spazi di casa, spesso anche con i figli e con tutte le problematiche del caso. La difficoltà della convivenza forzata, la mancanza di rapporti sociali e le preoccupazioni hanno acuito situazioni di tensione e la scintilla del desiderio s'è spenta».
Per la professoressa Rossi chi ne ha risentito di più, però, sono stati i giovani e i single. «Pensiamo che il bacio, la vicinanza, il contatto fisico sono per eccellenza a rischio contagio, quindi chi non ha una relazione fissa non più rischiare di ammalarsi per iniziare una storia d'amore - sostiene Rossi - Pensiamo ai ragazzi alla loro prima esperienza di innamoramento. Durante l'adolescenza ci si avvicina all'altro, si scopre il suo corpo e quali sensazioni può suscitare. Non potendo incontrare i loro coetanei hanno perso un momento importante della loro vita che, sicuramente, recupereranno quanto tutto sarà passato ma che per adesso a loro è negato».