Coronavirus, i raccomandati del vaccino: in Abruzzo scatta l'inchiesta del Nas

Coronavirus, i raccomandati del vaccino: in Abruzzo scatta l'inchiesta del Nas
Coronavirus, i raccomandati del vaccino: in Abruzzo scatta l'inchiesta del Nas
di Paolo Mastri
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Lunedì 22 Febbraio 2021, 10:15

Il sospetto è chiaro: corsie preferenziali in Abruzzo per vaccinare la popolazione su base clientelare e non in base a criteri di precedenza. I riscontri li stanno cercando da almeno un mese i carabinieri del Nas e a dare un colpo di acceleratore all’inchiesta è stato il caso di sabato scorso al Pala Becci di Pescara, con la convocazione degli insegnanti over 55 cancellata all’ultimo minuto a causa della mancata autorizzazione del ministero delle Salute all’impiego del siero Astrazeneca per la fascia di età 55-65. La quota di fiale in eccesso, altrimenti destinate alla distruzione una volta interrotta la catena del freddo, è stata in fretta e furia redistribuita. Ufficialmente ad alcune categorie di forze dell’ordine, però è proprio l’urgenza che potrebbe aver aperto la strada ai favori. Un rapporto su quanto accaduto sabato, amplificato dal tam tam dei professori esclusi sui social, sarà invito questa mattina alla procura della Repubblica. I carabinieri hanno svolto immediate verifiche sull’operato del Vax team schierato da Asl, Comune e Protezione civile, consultato atti e documento disponibili, ascoltato testimonianze.

A non quadrare è la premessa dell’imprevisto dichiarato. La somministrazione del vaccino Astrazeneca a una fascia anagrafica più larga degli over 65 è per il momento autorizzato da un parere favorevole dell’Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco, non ancora consacrato in una circolare del ministero della Salute. Com’è stato possibile, si chiedono gli investigatori, disporre la convocazione di insegnanti e personale scolastico e universitario under 65 in assenza del via libera? La versione ufficiale della Asl parla di una sorta di scommessa sull’arrivo della circolare tra venerdì e sabato; dai riscontri del Nas, e da quelli che sicuramente saranno disposti dalla procura sulla base della prima informativa, potrebbero saltare fuori più profili di responsabilità. Da quella semplicemente amministrativa, per una decisione che ha esposto al rischio di spreco centinaia di dosi di vaccino, fino a quella erariale di competenza della Corte dei conti. Passando ovviamente per le ipotesi penali, se dovessero emergere criteri clientelari nelle convocazioni di emergenza.

Di sicuro, le voci di opacità nella gestione della campagna vaccinale si moltiplicano anche sul versante delicatissimo degli over 80, attraverso le testimonianze affidate ai social e le prime segnalazioni al Nas e ad altri organi di polizia giudiziaria. Per questo motivo, tra gli obiettivi delle indagini c’è la ricostruzione esatta della catena di comando, attraverso l’individuazione di compiti e poteri della filiera Regione-Asl-Comune. Il peccato originale, mentre l’assessore alla Salute Nicolettà Verì anche ieri si è affrettata a respingere le accuse dell’opposizione sui ritardi dell’Abruzzo, sembrerebbe essere proprio la piattaforma regionale per la prenotazione del vaccino che, dichiaratamente, raccoglie soltanto manifestazioni di volontà senza elaborare criteri di precedenza basati su criteri oggettivi, come per esempio età e quadro clinico. Altre Regioni si sono dotate di software più sofisticati, in grado di garantire trasparenza.

Quali sono, se esistono, i criteri dell’Abruzzo per la compilazione e la gestione delle liste di vaccinandi? Carabinieri e procura li stanno cercando.

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