Regioni a rischio zona gialla anche con i nuovi parametri: ecco quali sono

Zona gialla, dal Lazio alla Sicilia le regioni a rischio: determinanti i nuovi parametri, ecco quali
Zona gialla, dal Lazio alla Sicilia le regioni a rischio: determinanti i nuovi parametri, ecco quali
di Francesco Malfetano
3 Minuti di Lettura
Sabato 31 Luglio 2021, 09:23

Ad una settimana esatta dalla modifica dei parametri per il passaggio delle Regioni da una fascia di rischio all'altra, già è tornato a manifestarsi il timore di un nuovo periodo in zona gialla per almeno 3 dei territori della Penisola. Le più a rischio se il contagio dovesse continuare la sua corsa come in questo momento sono SiciliaSardegna e Lazio.  A suggerirlo ovviamente sono i dati presentanti ieri nella consueta conferenza stampa sui numeri del monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità. 

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I PARAMETRI
Gli esperti hanno infatti appurato non solo che l'rt, l'indice che misura la replicabilità del contagio, è salito a 1,57 rispetto all’1,26 della scorsa settimana, quanto soprattutto che il numero di casi per 100mila abitanti (il valore necessario a comprendere la circolazione reale del virus) è salito da 41 a 58.

Zona gialla, dati e picchi

 

Con picchi in Sardegna (136,2 casi), Toscana (94,5) e  Lazio (87,5). Fortunatamente però, proprio grazie all'ultima modifica dei parametri per la definizione delle fasce di rischio, a determinare l'ingresso in zona gialla non è più solo l'incidenza dei nuovi casi settimanali pari a 50 per 100 mila abitanti - altrimenti l'intera Penisola sarebbe già sottoposta alle limitazioni - ma anche i tassi di ospedalizzazione.

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Si va in giallo infatti affiancando all'incidenza  una percentuale di ricoverati in area medica pari al 15% e in terapia intensiva pari al 10%. In questo momento 8 regioni superaro il dato sulla circolazione del Sars-Cov2 ma nessuna si avvicina alle soglie critiche per misurare l'impatto del virus sulle strutture sanitarie. E allora come mai alcuni territori sono considerati più a rischio di altri? Semplicemente perché il trend delle occupazioni dei posti letto in area non critica e in terapia intensiva è al rialzo e potrebbe toccare le soglie critiche stabilite subito dopo Ferragosto. 
A livello nazionale al momento il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile al 2%, con un lieve aumento nel numero di ricoverati (da 165 il 20 luglio a 189 il 27 luglio). Mentre il tasso di occupazione in aree mediche è salito invece al 3% rispetto al 2% della scorsa settimana. Con un aumento dei ricoverati da 1.194 a 1.611.

Le regioni del Meridione, meno attrezzate a livello sanitario e poste più sotto stress a causa delle massicce presenze turistiche, sono quelle con i parametri ospedalieri più elevati al 27 luglio. Sicilia, Calabria e Campania hanno un valore di occupazione nelle aree mediche rispettivamente dell'8%, del 6,6%, e del 4,9%. Per quanto riguarda le terapie intensive, Sicilia e Sardegna e Lazio hanno un valore di occupazione rispettivamente del 4,7%, del 4,2% e del 3,7%.

Dati ovviamente sotto soglia ma che, incrociati con la circolazione del virus, nelle proiezioni dell'Iss hanno una buona probabilità di far passare in giallo le prime regioni nella seconda metà di agosto. 

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