Green pass, da aprile tornano al lavoro mezzo milione di over 50: basta un tampone. Ma rischiano (ancora) la multa

Le novità per chi non ha aderito alla campagna vaccinale

Green pass, da aprile tornano al lavoro mezzo milione di over 50: basta un tampone ma rischiano (ancora) la multa
Green pass, da aprile tornano al lavoro mezzo milione di over 50: basta un tampone ma rischiano (ancora) la multa
di Francesco Malfetano
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Venerdì 18 Marzo 2022, 10:05

Dal mese prossimo gli over 50 non vaccinati potranno tornare al proprio lavoro. Ieri infatti, in un consiglio dei ministri abbastanza bollente, il governo guidato da Mario Draghi ha varato il nuovo decreto con cui definisce gli allentamenti delle restrizioni anti-Covid. Tra queste la novità più attesa riguarda proprio il lavoratori che, di fatto, dovranno essere reintegrati dalle proprie aziende senza subire alcuna conseguenza disciplinare da subito e non, come previsto in precedenza, a partire dal 15 giugno.

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Green pass e over 50, cosa succede?

Dal 1° fino al 30 aprile infatti gli ultracinquantenni italiani che hanno scelto di non aderire alla campagna vaccinale non potranno più essere sospesi senza retribuzione né sostituiti se non in grado di esibire un Green pass "rafforzato" - da vaccino o guarigione - all'ingresso in ufficio.

Per semplificare: sarà loro consentito di tornare a lavorare ma solo se in possesso di un Green pass "base".

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Vale a dire che dovranno sottoporsi ad un tampone antigenico o molecolare ogni 48 o 72 ore, e mostrarne l'esito negativo ogni qual volta gli verrà richiesto. Almeno per tutto il prossimo mese torneranno quindi, come è avvenuto fino alla metà dello scorso febbraio, le lunghe file davanti alle farmacie a cui ci eravamo abituati, specie il lunedì mattina. Così facendo, e cioè potendo utilizzare il pass nella sua versione "base", i lavoratori riceveranno una multa tra i 600 e i 1.500 euro solo nel caso in cui non saranno in grado di mostrare il certificato. In questo modo potranno rientrare alla propria postazione i circa 500mila lavoratori che, si stima, hanno deciso di resistere all'imposizione della profilassi, dicendosi disposti a rinunciare al proprio stipendio per l'intera durata della sospensione.

L'OBBLIGO VACCINALE
Attenzione però. L'allentamento dell'esecutivo sugli over 50 riguarda esclusivamente i posti di lavoro. In altri termini, l'obbligo vaccinale propriamente detto per tutti gli ultracinquantenni del Paese - i non immunizzati tra i 50-90enni sono ancora circa 1,4 milioni - resta in vigore fino al prossimo 15 giugno. Con esso anche il regime sanzionatorio utilizzato fino a questo momento, con multe da 100 euro una tantum comminate direttamente dall'Agenzia delle entrate. Per cui  anche i lavoratori che torneranno a sedere nel proprio ufficio e che non hanno ancora ricevuto la sanzione da 100 euro, potranno ancora riceverla. 


Non solo. L'allentamento sulle regole per i lavoratori over50 non riguarda tutte le categorie coinvolte. «La sospensione dal lavoro» in assenza di vaccinazione Covid-19, ha spiegato ieri in conferenza stampa il ministro della Salute Roberto Speranza, «resterà solo per una fascia che noi riteniamo essere quella più a rischio, più sensibile, perché è quella che ha più a che fare con le fragilità, ovvero il personale sanitario, i lavoratori delle strutture ospedaliere e i lavoratori delle Rsa». Solo per loro, e non più quindi per i lavoratori di scuola, comparto sicurezza e forze dell'ordine, «c'è un prolungamento dell'obbligo» di vaccino anti-Covid «al 31 di dicembre e le norme restano esattamente come sono oggi. Quindi, per questa peculiare categoria - ha chiarito il ministro - resta ancora anche la sospensione dal lavoro in caso non vaccinazione».

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