Le regole da Zona gialla per bar e ristoranti: tavolino sì, bancone no. L'aperitivo da lunedì si beve così

Zona gialla, le regole per bar e ristoranti: tavolino sì, bancone no, l'apertivo da lunedì si beve così
Zona gialla, le regole per bar e ristoranti: tavolino sì, bancone no, l'apertivo da lunedì si beve così
di Mario Ajello
5 Minuti di Lettura
Sabato 24 Aprile 2021, 15:55 - Ultimo aggiornamento: 16:12

Davanti ai bar e ai ristoranti è tutto un risistemare tutto in queste ore della vigilia delle riaperture con regole previste per lunedì. Chi sistema i tavolini, chi ridipinge i dehors, chi a Roma ma non solo a Roma in previsione della zona gialla e della complicata semi normalità della ristorazione e dello svago richiama il personale che aveva lasciato a casa. In tanta attività e speranza, l’occhio degli esercenti è sempre rivolto al telefonino, per saperne di più da internet sul che cosa si potrà e che cosa non si potrà fare nel nuovo regime stabilito per la settimana prossima. C’è un po’ di confusione, spesso molti non sanno bene ciò che è lecito e ciò che non lo è. «Ma tu hai capito bene come funzionerà l’aperitivo?», chiede il proprietario di un grande bar in zona Prati a Roma parlando al cellulare con un collega che ha un altro caffè in quella zona.

Nelle Marche usato il 90% dei vaccini consegnati. Acquaroli: «Primi in Italia, non è una gara ma sono orgoglioso»

Le saracinesche dei ristoranti che erano abbassate da tempo - «Mi sembra di non lavorare da un secolo», dice uno chef - vengono rialzate insieme all’emergere di vari dubbi: «Ma già dal prossimo week end poi il coprifuoco sarà spostato dalle 22 alle 23 e potremo lavorare di più?».

No, almeno per alcune settimane resterà alle 10 di sera e intanto si vedrà come vanno i contagi e nel caso sarà ritardato.

Coronavirus, nelle Marche 287 nuovi positivi in un giorno: una provincia "corre" ancora/ I numeri del contagio

Cambiamenti

Comunque cambierà da lunedì il paesaggio urbano. Clienti seduti e servizio al tavolo sia nei bar sia nei ristoranti. Ma all’aperto. Non soltanto l’asporto, come è stato finora, e non soltanto le spedizioni a domicilio del cibo come in tanti erano abituati a fare. Si potrà fare questo e quello. Ma bere un caffè al bancone, o farsi un cocktail Martini, chiacchierando con il barman nella sua postazione, non sarà ancora consentito. Le riaperture prevedono l’uso dei bar ma all’aperto, e non nelle sale interne. Idem per i ristoranti. Alcuni dei quali non avendo spazi esterni risultano penalizzati e infatti c’è protesta. 

L’aperitivo sarà comodo: e tornerà ad essere in vetro. Lo spritz nei secchielli di plastica, come è stato finora nelle zone arancioni, potrà essere sostituito con lo spritz nel bicchierone in vetro. Però va bevuto o seduti fuori dai locali, in tavoli distanziati di almeno un metro tra di loro,  oppure lontani dal bar passeggiando senza assembrarsi. Il tutto prima delle 22. Dalle 5 dell’indomani, la colazione al bar sarà quasi normale, se il bar ha i tavoli all’aperto.  

L’ala aperturista del governo, con la Lega in testa, ha chiesto che le riaperture riguardassero tutti i locali - anche quelli senza dehor e tavoli esterni - e che il coprifuoco venisse spostato almeno alle 23, ma per ora nell’esecutivo ha vinto la parziale cautela. E così, occorre stare attenti a rispettare le regole. E occhio a non confondersi, perché confondersi è facile. Le forze dell’ordine assicurano comunque una  presenza massiccia e controlli non repressivi ma severi. 

La paura tra esercenti

La paura tra esercenti e clienti è che il coprifuoco alle 22 durerà fino al 3 luglio. Ma non è così. Quella è soltanto la data di “scadenza” dell’ultimo decreto. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, ha infatti chiarito: «Il fatto che nel testo del decreto varato non sia stato riprogrammato il coprifuoco, non significa che durerà fino al 31 luglio. Questa è una lettura distorta del provvedimento». Se si può, il tutti a casa serale verrà posticipato. Ma dipenderà dai dati sulla circolazione del virus. Lo stesso Draghi è convinto che si potrà allargare, o meglio così dice di sperare, la “tagliola”. La Gelmini anche in queste ore ribadisce: «Sono assolutamente certa che presto il coprifuoco sarà solo un brutto ricordo. È lo stesso decreto a dirlo, precisando che il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane, con tagliandi periodici al dl, modificando sia le regole per le riaperture che gli orari del coprifuoco».

L’orientamento è quindi di procedere con gradualità, con un occhio costante all’andamento dei contagi e, se i dati lo permetteranno, di valutare modifiche alle attuali restrizioni nelle prossime settimane, ma non prima di giugno. Malgrado le rimostranze del centrodestra, di alcuni governatori regionali, dei ristoratori e degli operatori culturali che si ritengono penalizzati da questa misura, il coprifuoco sarà tolto solo per gradi, con tempi che sono ancora da decidere. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA