Covid, il virologo Pregliasco: «Con il ritorno in aula i casi aumenteranno, il virus potrebbe confondersi con l'influenza»

Covid, il virologo Pregliasco: «I casi aumenteranno, il virus potrebbe confondersi con l'influenza»
Covid, il virologo Pregliasco: «I casi aumenteranno, il virus potrebbe confondersi con l'influenza»
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Lunedì 7 Settembre 2020, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 06:37

Con la riapertura delle scuole «sicuramente ci sarà un rialzo del numero di casi» di positività al nuovo coronavirus, anche perché la ripresa dell'anno scolastico «coincide con l'autunno» e quindi con il ritorno degli altri virus respiratori e dell'epidemia di influenza. Lo ha spiegato ad Agorà su Rai 3 il virologo dell'università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, sottolineando che mentre la probabilità di una seconda ondata» di Covid-19 resta al momento «un aspetto teorico, l'influenza ci sarà, potrebbe nascondere» le infezioni da Sars-CoV-2 e ne «faciliterà l'aumento. Così come le temperature», considerando che notoriamente «gli sbalzi termici favoriscono tutti i virus respiratori e anche il coronavirus».

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Più in generale, ha osservato il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, in questa fase «abbiamo una situazione di andamento endemico» di Covid-19 e «ci sarà un'ondulazione a mio avviso verso l'alto. La tendenza, seppur con numeri assoluti bassi, è ormai costante da settimane» e, complici «gli sbagli termici, la riapertura» delle attività e «la distanza dalla fine del lockdown» che ha chiuso il Paese, «dobbiamo aspettarci la ripresa di un iceberg. Noi all'inizio, quando tutto di un botto questa malattia si è evidenziata in modo epidemico - ha ricordato l'esperto - abbiamo visto solo la parte più brutale della malattia. Ora questo iceberg, che comprende i casi più importanti» di infezione e «la gran quota di casi asintomatici o con poca sintomatologia, sta ricrescendo» perché «la tendenza del virus è quella di riprendere il più possibile terreno e persone da colpire».

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Tornando al capitolo scuola, «sicuramente - ha confermato comunque il virologo - i bimbi più piccoli hanno una minore capacità di trasmissione» della Covid-19 «e questo ci fa ben sperare rispetto all'effetto complessivo dell'apertura». Una ripartenza «doverosa, giusta e necessaria - ha precisato Pregliasco - ma anche una sfida, uno stress test per tutto il sistema». La ripresa delle attività didattiche coinvolge infatti «8 milioni di bambini e di ragazzi e 2 milioni di operatori», ma più in generale riguarda «metà della popolazione italiana coinvolta in qualche modo come persona a contatto con i giovani». La seconda ondata di Sars-CoV-2 va dunque vista come «un rischio», «un elemento verso cui attrezzarci essendo molto attenti e pronti al massimo dell'assistenza». Riuscire a scongiurarla è per l'esperto «una scommessa», «una sfida legata alla capacità dei Dipartimenti di Prevenzione» delle Asl «di continuare a individuare e a isolare i focolai che ci sono stati e susseguiranno». Ma «da parte nostra, come cittadini», ammonisce Pregliasco, abbiamo il dovere di «non fare uno sgambetto a chi sta lavorando e ansimando per contenere i casi, anche grazie a test che speriamo ora siano sempre più disponibili».  
 

 

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