Covid, schizzano i contagi: 60 morti e 58.885 casi, quasi 300 ricoverati in più. Pregliasco: «Rischio nuova variante»

Covid, schizzano i contagi: 60 morti e 58.885 casi, quasi 300 ricoverati in più. Pregliasco: «Rischio nuova variante»
Covid, schizzano i contagi: 60 morti e 58.885 casi, quasi 300 ricoverati in più. Pregliasco: «Rischio nuova variante»
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Martedì 4 Ottobre 2022, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 18:06

Covid in Italia, il bollettino di martedì 4 ottobre 2022 del Ministero della Salute. I nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 58.885 su 293.096 tamponi (ieri erano stati 13.316 su 85.693 tamponi), per un tasso di positività del 20% (ieri era del 15,5%). I morti di oggi sono 60 (ieri erano stati 47).

Il totale dei casi di Covid-19 in Italia dall'inizio della pandemia sale dunque a 22.602.840 (+58.885) di cui 21.933.772 dimessi e guariti (+35.350) e 177.257 morti (+60). Gli attualmente positivi sono 491.811 (+24.862) di cui 486.842 in isolamento domiciliare (+24.553), 4.814 ricoverati con sintomi (+294) e 155 malati in terapia intensiva (+15 rispetto a ieri). Gli ingressi del giorno in terapia intensiva sono 37 (ieri erano stati 20).

Pregliasco: «Non esclusa una variante cattiva»

«Sars-CoV-2, proprio per la sua peculiarità, cercherà continuamente» di trasformarsi alimentando un 'parco viralè caratterizzato via via da «nuove varianti. Anche in termini evolutivi speriamo che siano sempre meno aggressive, perché ricordiamo che è tutto interesse del virus» proliferare senza uccidere chi lo ospita, «però è chiaro che il caso potrebbe ancora far emergere una variante particolarmente pesante», dice all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'Università Statale di Milano, precisando comunque, di fronte al rialzo dei contagi, che «l'importante è valutare le caratteristiche cliniche della malattia Covid».

Mentre la comunità scientifica internazionale punta i riflettori su un mix di mutanti ritenuti 'in polè per guidare la prossima ondata - dalla Bq.1.1 in particolare, discendente di Omicron e ribattezzata 'Cerberus', a un gruppo definito più in generale 'pentagonò perché condivide 5 mutazioni chiave - anche Pregliasco crede che «queste varianti le ritroveremo certamente in Italia e potranno essere protagoniste delle prossime ondate», anzi «onde a digradare come quelle disegnate da un sasso gettato in uno stagno», ribadisce l'esperto.

«Queste segnalazioni evidenziano l'importanza di un continuo monitoraggio delle varianti a livello mondiale», sottolinea.

La mutevolezza del patogeno di Covid-19 «ci fa pensare che questo coronavirus rimarrà con noi a lungo - ammonisce il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi - speriamo con un impatto di salute sempre minore». «Parole notevoli, equilibrate e totalmente condivisibili su ogni versante», aggiunge poi Pregliasco parlando delle dichiarazioni pronunciate ad Assisi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «La pandemia non è definitivamente sconfitta», ha ammonito il Capo dello Stato, lodando «la risposta responsabile degli italiani», ricordando «tutti coloro che con sacrificio si sono prodigati per contrastare il Covid-19» e sottolineando che «vi sarà ancora bisogno di intelligenza collettiva e responsabilità».

Il docente dell'Università Statale di Milano concorda, in particolare sul richiamo a continuare a credere nella scienza: «Se ora siamo qui, e speriamo anche più avanti, senza mascherine e in una situazione di quasi normalità - dice - è grazie al gran numero di persone che l'hanno fatto, aderendo alla vaccinazione». «La stragrande maggioranza dei cittadini, e la stragrandissima maggioranza degli operatori tutti, dagli addetti alle pulizie ai farmacisti, dagli infermieri ai medici - aggiunge il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi - sono stati determinanti e questo dà il senso di comunità di un'Italia che sa unirsi di fronte alle difficoltà, superando le divisioni che rimangono normali in ogni dibattito». Per Pregliasco dovrebbe valere anche quando si rilegge il passato: nella gestione italiana di alcune fasi pandemiche «adesso viene rinfacciato qualche errore, ma non credo che di errori si possa parlare - ripete l'esperto - bensì di scelte su cui a posteriori è facile dire 'si poteva fare megliò. Succede sempre così in tutte le cose della vita, e a maggior ragione succede in un'emergenza».

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