Palamara e le nomine pilotate, il magistrato otto ore dai pm: «Ecco la lista dei favori»

Corruzione, Palamara otto ore dai pm: «Ecco la lista dei favori»
Corruzione, Palamara otto ore dai pm: «Ecco la lista dei favori»
di talo Carmignani e Egle Priolo
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Giovedì 30 Luglio 2020, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 04:03
Sotto torchio per oltre otto ore, fino a notte fonda. Per rispondere delle nuove accuse di corruzione e violazione del segreto istruttorio. «Non ha veicolato nessun esposto e per il resto ha chiarito rapportidi amicizia, quasi familiari, con gli imprenditori. Lo scooter? Preso in prestito per un periodo limitato di tempo e lemulte pagate direttamente o restituendo i soldi». Così, nel resoconto dei suoi legali, l’ex consigliere del Csm Luca Palamara ha risposto - dalle tre di ieri pomeriggio – alle domande del procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone e dei sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano. Arrivato in procura a piedi, accompagnato dai suoi avvocati, indossava giacca e polo blu. Prima di entrare, neanche una parola.

Ma che per Palamara non sarebbe stata una passeggiata è stato chiaro dopo le prime quattro ore di interrogatorio: «Ci vorrà ancora tempo», ha detto chiaro e tondo Cantone affacciandosi fuori dagli uffici di via Fiorenzo Di Lorenzo, sede della procura perugina. E il tempo se lo sono preso davvero tutto imagistrati perugini, dopo aver aggiunto tre contestazioni all’iniziale accusadicorruzione – per viaggi e ristrutturazioni in cambio di favori – per cui oggi l’ex presidente dell’Anm si presenterà in aula per l’udienza stralcio davanti al giudice Lidia Brutti. Il gip deve decidere quali intercettazioni telefoniche trascrivere, compresa quella che riguarda i colloqui di Palamara con Cosimo Ferri e l’ex ministro Luca Lotti. Ma intanto, appunto, la procura ha aperto due nuovi fascicoli a carico di Palamara: la più recente accusa di corruzione è relativa a quattro weekend trascorsi tra il 2011 e il 2018 con lamoglie, la sua famiglia e Adele Attisani (già indagata come «istigatrice delle condotte delittuose» nel procedimento principale) in un albergo di lusso a Capri in cambio – secondo la procura – di favori al fratello dell’imprenditore proprietario dell’hotel.

Secondo i magistrati di Perugia, poi, l’ex pm avrebbe ricevuto tra il 2018 e l’aprile 2019 due scooter dal titolare di Aureli Meccanica e pure il pagamento di alcune multe. Anche in questo caso per la procura si tratterebbe di un favore in cambio di un presunto interessamento in un processo che vedrebbe coinvolte madre e moglie del proprietario degli scooter. Tutti particolari che i legali dell’ex pm (ora sospeso e senza stipendio) hanno contestato ben prima dell’interrogatorio di ieri: gli avvocati Mariano e Benedetto Buratti e Roberto Rampioni hanno spiegato come le ultime accuse siano relative a «consolidati rapporti di amicizia risalenti nel tempo». E comunque nelle otto ore e mezza di interrogatorio, Palamara ha chiarito come non ci sia stata «nessuna interferenza: tutte le udienze si sono tenute con regolarità».

L’ulteriore fascicolo sull’accusa di violazione di segreto - in concorso con l’altro ex pm romano Stefano Fava – riguarda invece la rivelazione di notizie circa un esposto presentato dallo stesso Fava al Csm contro l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il procuratore aggiunto Paolo Ielo, nell’ambito della battaglia per la successione alla procura romana, per quel «mercato di toghe» per cui Palamara è sotto procedimento disciplinare. In questo caso, nel mirino c’è la riunione del 9 maggio 2019 all’hotel Champagne per parlare di nomine ai vertici degli uffici giudiziari di Roma ma anche di Perugia, come emerso dalle conversazioni intercettate dal trojan inoculato nel cellulare di Palamara e di cui si parlerà oggi in aula, dopo la memoria presentata dai suoi legali e la risposta veemente della procura. La battaglia è solo iniziata. I
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