L'alunna non riesce a collegarsi con la commissione d'esame: il professore la raggiunge a casa e le presta il cellulare

L'alunna non riesce a collegarsi con la commissione d'esame: il professore la raggiunge a casa e le presta il cellulare
L'alunna non riesce a collegarsi con la commissione d'esame: il professore la raggiunge a casa e le presta il cellulare
di Camilla Mozzetti
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Martedì 16 Giugno 2020, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 18:10

ROMa - La scuola che finisce, gli esami di terza media che arrivano e devono essere sostenuti a distanza perché questo ha imposto l'emergenza del Covid-19: non solo lezioni da remoto, ma anche verifiche on-line. E come accaduto per la didattica, per, anche gli esami hanno risentito dei problemi dovuti alla difficoltà per molti studenti di accedere alla rete, di usare con regolarità il pc - perché magari l'unico computer di casa serviva al fratello liceale o ai genitori in smart-working - di interfacciarsi, seppur attraverso uno schermo, con docenti e compagni di classe.

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Qualcuno di loro proprio per questi motivi ha rischiato anche di non poter sostenere il proprio esame. Come Vittoria - la chiameremo così - una 14enne originaria dell'Ecuador che frequenta l'ultimo anno delle medie all'istituto Poggiali-Spizzichino della Garbatella. Ieri insieme ai suoi compagni di classe doveva discutere l'elaborato finale: una tesina che raccordava diverse materie scolastiche imposta come ultima prova dal ministero dell'Istruzione per svolgere gli esami finali nelle scuole di II grado al tempo del coronavirus. 

Ma fin dal mattino Vittoria, che era in casa da sola poiché i genitori erano andati a lavoro, non riusciva a connettersi con la propria classe e con la commissione. Tentativi su tentativi che le hanno impedito di accedere alla piattaforma usata dalla scuola. Che fare? La commissione ha iniziato a ragionare su come permettere alla ragazzina di svolgere la prova ma non se ne veniva a capo. Fino a quando il professore di Educazione fisica Ferdinando Bonessio ha preso in mano la situazione: si è alzato, ha tirato fuori dallo zaino le chiavi della macchina e con una collega da Garbatella è arrivato al quartiere di San Giorgio ad Acilia. Ha citofonato a Vittoria che è scesa di casa e dal bar con il cellulare del docente, connesso con la commissione d'esame, ha potuto discutere il suo elaborato. 

Una storia a lieto fine che tuttavia dimostra i limiti e le difficoltà che migliaia di docenti e alunni hanno dovuto affrontare in questi mesi di didattica a distanza. «La commissione - racconta il prof. Bonessio, che dal primo settembre dopo 43 anni di servizio andrà in pensione - aveva anche suggerito di provare a usare un'altra piattaforma ma qualche docente si era opposto per motivi puramente burocratici»: la classe aveva scelto fin dall'inizio della didattica a distanza una piattaforma e su quella bisognava svolgere l'esame. Ma Vittoria tra le lacrime, che alla fine le hanno rigato il volto, non riusciva ad accedervi sicché «non si poteva far altro che andare dall'alunna e permetterle di svolgere l'esame».

In questi mesi di emergenza dovuta alla pandemia del coronavirus con le scuole chiuse e la didattica che è proseguita da remoto, «l'impegno degli insegnanti e anche dei ragazzi - aggiunge il “maestro di zompi” come scherzosamente si fa chiamare Bonessio - è stato enorme, ma molti insegnanti non hanno compreso come la didattica a distanza abbia sì un valore formativo, ma non valutativo. C'è una differenza sostanziale perché il docente deve distribuire a tutti gli stessi apprendimenti e solo a quel punto valutare se i ragazzi hanno recepito oppure no». Ma come garantire questa consequenzialità quando le lezioni stesse non possono svolgersi con reagolarità oppure non tutti gli studenti possono parteciparvi? «C'è un tema anche di risorse - aggiunge il professore di educazione fisica - perché il non poter accedere alla rete, a una connessione, può nascondere a volte anche gravi problemi economici di molte famiglie». Nel caso di Vittoria «ho capito che andarle incontro fisicamente - conclude il docente - era l'unico modo per aiutarla». Non potendo andare a scuola, la scuola è andata da lei. E Vittoria ha potuto così sostenere il suo esame di terza media. 
 

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