Arcuri annuncia: «App Immuni, si parte a maggio. Mascherine? Liberisti da divano, parlano con in mano un cocktail»

Arcuri annuncia: «App Immuni, si parte a maggio. Mascherine? Liberisti da divano, parlano con in mano un cocktail»
Arcuri annuncia: «App Immuni, si parte a maggio. Mascherine? Liberisti da divano, parlano con in mano un cocktail»
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Martedì 28 Aprile 2020, 13:23 - Ultimo aggiornamento: 16:33

Il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione Civile ha aggiornato sulla situazione della pandemia di coronavirus, parlando della fase 2, delle mascherine, della app e dei pericoli di una seconda ondata dopo la fine del lockdown. «Mancano 6 giorni al 4 maggio, conoscete le decisioni del governo, inizia un graduale alleggerimento delle misure di contenimento che tutti abbiamo dovuto sopportare», ha detto Arcuri.
«Resto un convinto assertore di prudenza e cautela, penso sia necessario aver cura di noi stessi e dei nostri cari e che i fatti valgono più dei nostri desideri. Non si può attendere che il rischio sia pari a zero per uscire dal lockdown, avete ragione, ma non ci si può illudere di uscirne sottovalutando i rischi che corriamo», ha aggiunto.

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12 MILIONI DI MASCHERINE AL GIORNO
«Da lunedì potremmo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, tre volte l'attuale fornitura. Dal mese di giugno arriveremo a 18 milioni, dal mese di luglio 25 milioni e quando inizieranno le scuole a settembre potremmo distribuire 30 milioni di mascherine al giorno, undici volte quel che distribuivamo all'inizio dell'emergenza». «Avrei tanta voglia di parlare dalla trincea in cui da 40 giorni mi trovo con il dottor Borrelli e i nostri collaboratori, di parlare dei liberisti che emettono sentenze quotidiane da un divano con un cocktail in mano. Ma non lo farò, il mio dovere è lavorare», ha detto Arcuri polemizzando con chi «dice che il prezzo delle mascherine lo fa il mercato, sorseggiando i loro centrifugati».

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«Lo Stato deve acquistare tutte le mascherine che trova. Ho fissato il prezzo massimo nell'interesse dei cittadini, non ho fissato il prezzo massimo di acquisto. Lo Stato deve incentivare la produzione italiana, come con il Cura Italia: abbiamo rassicurato i produttori che compreremo tutto quello che produrranno. In 105 ci hanno ringraziato, solo uno ha avuto qualche dubbio». «Lo Stato deve produrre tutte le mascherine che può e incentivare la produzione, l'idea che fissare un prezzo massimo abbatta la capacità dell'impresa italiana di produrne è superficiale o assai poco informata - aggiunge -. È economia di guerra? No, è senso civico. È per sempre? No, finché il mercato non sarà libero. È un danno per i vergognosi speculatori, lo rivendico. Non ci saranno più le mascherine nelle farmacie e nei supermercati? Certo, nessuna che costi più di 0,50 euro».

APP IN FUNZIONE A MAGGIO
«Il Premier Conte ha dato una molteplicità di informazioni ai cittadini come il momento richiedeva, non ha fatto cenno alla app di contact tracing, ma non significa che il lavoro non proceda: stasera abbiamo una riunione di coordinamento. La app si avvarrà di tecnologia bluetooth e non c'è nessuna controindicazione. A maggio con le prime funzionalità, cioè il contact tracing, sarà in funzione, in tempi ravvicinati saranno attive anche le funzionalità più vicine al diario clinico», cioè la connessione con il Sistema sanitario nazionale.

«A maggio quando? A maggio, può essere anche il primo maggio...», ha precisato sorridendo Arcuri dopo la conferenza stampa ai giornalisti che chiedevano dettagli sui tempi di attivazione della app. Quanto al funzionamento dell'applicazione, «allo stato attuale l'alert (l'avviso che hai avuto un contatto con un positivo, ndr) arriva al cittadino - ha spiegato il commissario - ed è quest'ultimo protagonista del percorso sanitario», insomma non è la Asl ad avvisarti, ma il contrario.

«Ovviamente se non c'è tempestività tra la segnalazione e il tampone non abbiamo raggiunto l'obiettivo di contact tracing - ha detto ancora Arcuri in conferenza stampa -, dunque è necessario essere sottoposti ai tamponi. Anche se sai che se sei negativo potresti poi diventare positivo in seguito. Gli scienziati ci dicono che il tempo minimo certo per essere a rischio contagio è di 15 minuti, la distanza di rischio tra un metro e due metri, ma meglio ragionare sui due metri».

Non è stato ancora deciso se i dati raccolti dalla App per il contact tracing saranno conservati sui device dei cittadini o su un server pubblico, ha spiegato Arcuri sottolineando che ovviamente la scelta verrà fatta prima che 'Immuni' venga attivata. «Al momento dello sviluppo si potrà decidere se lasciarli sul telefonino e/o su un server pubblico e italiano - ha detto - In ogni caso non cambia nulla sulla piena e assoluta garanzia della privacy» in quanto i «dati sono criptati».

TEST SIEROLOGICI
«Negli ultimi due giorni abbiamo definito il campione per il test seriologico con Istat e Inail, fino a individuare 150 mila cittadini divisi per categorie che a titolo gratuito vi si sottoporranno. Distribuiremo i test alle singole regioni, che hanno già i loro laboratori accreditati, comunicheremo insieme dove sono e nel più breve tempo possibile faremo i test. Poi verificheremo per una seconda ondata di test e valuteremo se calmierare anche il prezzo dei test, per ora non è necessario».

TAMPONI
A ieri sono stati distribuiti alle Regioni 2,5 milioni di tamponi e ne sono stati effettuati oltre 1,7 milioni, ha detto il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri sottolieando dunque che le Regioni «hanno ancora a disposizione 800mila tamponi». «Continueremo con una massiccia distribuzione - ha aggiunto - per essere certi che ce ne sia sempre una quantità sufficiente». L'Italia «è il primo paese al mondo per tamponi fatti in relazione al numero di abitanti», ha aggiunto sottolineando che «sono ancora pochi e ne dovranno esser fatti di più, ma facciamo pace con noi stessi e mettiamo i cittadini nelle condizioni di avere tutte le informazioni e le risposte che meritano». Secondo i dati del Commissario, in Italia sono stati fatti ieri 2.960 tamponi ogni centomila abitanti, in Germania 2.474, «il 20% in meno», in Gran Bretagna 1.061, un terzo dell'Italia, e in Francia 560, un sesto del nostro paese.

I DATI DALLA GERMANIA I dati che arrivano dalla Germania dimostrano come sia alto il rischio di tornare ad un lockdown totale se mi alleggeriscono troppo in fretta le misure di contenimento prese, ha detto ancora Arcuri commentando la notizia che l' R con zero, l'indice di contagiosità del virus, è tornato a salire in Germania da 0,7 a 1,1 . «Il governo sta valutando se definire di nuovo delle zone rosse per evitare l'estensione di nuovi focolai di infezione, che riprendono a manifestarsi - ha aggiunto - Ecco perché uscire dal lockdown non è facile ed ecco perché essere costretti a tornare al lockdown non sarebbe difficile». 

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