Coronavirus e scuola. «Basta lezioni in pigiama e spettinati»: ecco il decalogo della buona condotta online

Coronavirus e scuola, «Basta lezioni in pigiama e spettinati»: ecco il decalogo della buona condotta online
Coronavirus e scuola, «Basta lezioni in pigiama e spettinati»: ecco il decalogo della buona condotta online
di Lorena Loiacono
3 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Aprile 2020, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 10:29
Sguardi assonnati e distratti, qualcuno si presenta in ritardo e addirittura in pigiama, altri con la tv accesa che si vede in sottofondo. Eppure, al di là della web cam, c'è il professore che fa lezione. A distanza, ovviamente, ma sempre di una lezione scolastica si tratta. E allora attenzione, perché a fine anno c'è sempre il voto di condotta: il docente di greco, di matematica o di tedesco infatti, attraverso lo schermo, guarda dritto in faccia i suoi studenti e, quello che vede, non è sempre il lato migliore. Anzi. Per molti ragazzi la didattica a distanza si è trasformata in didattica casalinga, dove ci si presenta con i capelli arruffati e gli occhi appena aperti, con la tazza di cappuccino davanti alla tastiera o mentre si mangiano i biscotti.

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C'è chi si presenta online mezz'ora dopo, senza neanche essersi tolto il pigiama. Un clima a volte troppo disteso ed eccessivamente confidenziale che, per molti docenti, sta diventando insostenibile. E le proteste non mancano: dopo le prime ammonizioni degli insegnanti rivolte agli studenti “appollaiati” davanti al pc, stanno arrivando anche le lettere di protesta ai dirigenti scolastici. I presidi, dal canto loro, scrivono direttamente alle famiglie chiedendo di richiamare all'ordine i ragazzi che, forse, stanno perdendo di vista il concetto di classe e di comunità scolastica. Se le lezioni online, infatti, servono a mantenere un contatto diretto tra docenti e studenti , allora vale la pena ricordare che, a scuola, non si va certo in pigiama né si sorseggia il tè seduti al banco.

L'INTERVENTO
«Una classe virtuale è una classe a tutti gli effetti – tuona Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio - il fatto che sia online non significa che il professore non noti certi atteggiamenti. A volte si tratta di vere e proprie mancanze di rispetto e non possono essere tollerate. Stanno arrivando molte segnalazioni da presidi e insegnanti ed emerge che non ci sono sempre stati comportamenti adeguati da parte dei ragazzi delle superiori. Voglio ricordare a tutti che, a fine anno, ci saranno gli scrutini e verranno presi in considerazione i risultati del primo quadrimestre ma anche quelli della didattica a distanza. Compreso il comportamento: finirà nel voto di condotta che, nel triennio delle superiori, fa media nell'assegnazione del credito scolastico».

Spunta quindi il decalogo della buona condotta online:
  • Puntualità nel collegarsi all'orario stabilito per non disturbare la lezione
  • Spegnere o silenziare i telefonini e tenerli lontani
  • Lasciare che sia il docente a gestire i microfoni o le web cam senza irrompere durante la lezione
  • Vestirsi in maniera adeguata, proprio come se si stesse in classe
  • Comportarsi con educazione, come previsto dalle normali regole scolastiche

«Quindi – conclude Rusconi- certi atteggiamenti che in un primo momento potevano rientrare nella confusione generale, adesso non possono più essere tollerati. Riguardano soprattutto i ragazzi delle superiori mentre i più piccoli, delle elementari e delle medie, mostrano una grande attenzione perché, evidentemente, sentono molto il distacco emotivo dalla classe, dalle maestre e dai professori».
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