Fase 2, scontro Regioni-Conte, poi l'accordo nella notte: il premier dice addio alla linea dura

Le Regioni frenano sul dpcm: «Disattesa intesa politica su riapertura, così rischia di saltare tutto». Incontro nella notte con Conte
Le Regioni frenano sul dpcm: «Disattesa intesa politica su riapertura, così rischia di saltare tutto». Incontro nella notte con Conte
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Domenica 17 Maggio 2020, 01:55 - Ultimo aggiornamento: 12:30

Intesa trovata fra Governo e Regioni. Al nuovo dpcm sulle riaperture, che scatteranno da domani dopo la serrata per l'emergenza coronavirus, saranno allegate le linee guida elaborate dalle Regioni. È questo l'accordo raggiunto a tarda notte tra il governo e le Regioni nel corso di un incontro al quale ha partecipato anche il premier Giuseppe ConteIniziato poco dopo l’una, il vertice a distanza si conclude alle tre di mattina con l’impegno preso da Conte e dal ministro Boccia di allegare le linee guida decise nelle riunioni precedenti al decreto. 

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«Alla fine il risultato è arrivato», ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini. In un'ottica di collaborazione istituzionale, ha sottolineato, «si è ricercata e si è trovata una soluzione con l'accordo raggiunto venerdì tra Regioni e governo. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini. Il governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro - ha concluso Bonaccini - omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese». 
 


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Dopo un braccio di ferro che aveva fatto tremare l'intesa tra governo e regioni sul nuovo step dell'uscita dal lockdown al via da lunedì, un nuovo accordo è stato raggiunto in tarda notte tra regioni ed esecutivo, presente il premier Giuseppe Conte. La riunione era partita in salita, con i governatori che minacciavano di «far saltare il banco». Così va avanti una lunga trattativa, con una prima proposta del governo rinviata al mittente. Alla fine, confermano diverse fonti all'Adnkronos, la soluzione è stata individuata inserendo un richiamo nella premessa del Dpcm al protocollo unitario delle regioni, che verrà poi allegato al testo del Dpcm nella sua interezza. «La verità - sostengono fonti di governo - è che alcuni governatori hanno paura delle responsabilità e volevano più garanzie, però Stefano Bonaccini» che è il presidente della conferenza delle Regioni, «è stato bravo e la maggior parte dei Presidenti ci ha aiutato a chiudere».

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«Alla fine il risultato è arrivato»: così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, al termine dell'incontro notturno con il Governo che ha chiuso una lunga giornata di confronto. «In un'ottica di collaborazione istituzionale si è ricercata e si è trovata una soluzione con l'accordo raggiunto venerdì
tra Regioni e Governo. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini. Il Governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida
elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro - ha concluso Bonaccini - omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese».
 

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