Coronavirus, Speranza: «Dobbiamo resistere altri sei mesi. Dopo l'inverno vedremo la luce»

Coronavirus, Speranza: «Dobbiamo resistere altri sei mesi. La scuola è un problema di tutti»
Coronavirus, Speranza: «Dobbiamo resistere altri sei mesi. La scuola è un problema di tutti»
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Domenica 13 Settembre 2020, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 12:14
«Dobbiamo resistere almeno altri sei mesi con le misure contro il coronavirus, dopo l'autunno e l'inverno vedremo la luce». Roberto Speranza, ministro della Salute, fa il punto sulla situazione epidemiologica in Italia ma anche sulla sperimentazione dei vaccini, sulla riapertura delle scuole e sul Mes 'sanitario'.

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«Dobbiamo ancora mantenere il distanziamento, portare le mascherine, lavarci le mani, ma non è per sempre. Una cura e un vaccino sono vicini, la notizia della ripresa della sperimentazione di Astrazeneca è molto buona: il caso anomalo non era legato al vaccino. Come Unione europea stiamo comprando un pacchetto 6+1, quello di AstraZeneca è uno dei sei ed è in fase più avanzata. Ci sono anche gli altri però. E stanno per arrivare cure innovative: a Siena il professor Rino Rappuoli sta facendo un lavoro straordinario sugli anticorpi monoclonali da cui verranno fuori farmaci efficaci» - ha spiegato Roberto Speranza in un'intervista a La Repubblica - «Sulla scuola si stanno facendo da mesi molte polemiche inutili, non è un problema della ministra Azzolina, ma di tutti noi. L'obiettivo che ci siamo dati è non lasciare soli presidi e insegnanti, rinsaldare il legame che si era perso tra le scuole e il Servizio sanitario nazionale. Se ci saranno casi Covid, saranno le Asl a decidere come procedere. La temperatura andrà misurata a casa e per le assenze superiori a tre giorni ci sarà un'attestazione da parte dei medici e dei pediatri».

Il ministro della Salute affronta anche i principali temi di discussione politica intorno al coronavirus. A cominciare dalla durata dell'isolamento: «Abbassare la quarantena a 10 giorni? Lo stiamo valutando. Ascolteremo prima il Cts e ci confronteremo anche con gli altri Paesi europei». Roberto Speranza parla anche del Mes per la sanità, in aperto contrasto con le posizioni di altri membri del Governo: «I soldi servono e ne servono tanti perché abbiamo un'occasione unica: fare una riforma che non sia fatta di tagli, ma che miri a riportare la sanità dove non c'è. La chiusura di ospedali e presidi nelle aree interne ha contribuito al distacco tra centro e periferia, tra città e contado. Sono favorevole al Mes, ma non importa da dove arriveranno i soldi: dobbiamo portare il servizio sanitario nazionale nelle case delle persone. La parola d'ordine dev'essere vicinanza, prossimità».

Roberto Speranza parla poi anche delle imminenti elezioni regionali: «Si doveva fare di più per correre uniti. Ci vuole più coraggio, non è possibile che siamo al governo del Paese e abbiamo paura di andare insieme a guidare una Regione o un piccolo Comune. Il mio auspicio è che gli elettori siano più bravi di noi, che arrivino dove non sono arrivati i gruppi dirigenti con scelte intelligenti e capaci di fermare la destra».
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