Coronavirus, nuovo piano di emergenza del Cts: 5 regioni sono a rischio di chiusura totale. Ecco quali sono

Coronavirus, nuovo piano di emergenza del Cts: 5 regioni sono a rischio di chiusura totale. Ecco quali sono
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Sabato 10 Ottobre 2020, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 12:38

Salgono i contagi e torna il rischio chiusura. Il governo sta già pensando a un nuovo DPCM con ulteriori restrizioni e il Cts ha già un piano di emergenza pronto nel caso la situazione dovesse peggiorare. Si parla di spie colorate e già 5 Regioni starebbero a un passo dalla possibilità di lockdown.

Il piano di emergenza del Cts consiste nel dividere per aree i contagi, affidando alle diverse zone dei colori in base all'indice Rt, ovvero l'indice di contagio.

Con il colore arancione scatta una sorta di pre allerta che prevede delle chiusure mirate e limitate a piccole aree geografiche, ma nel caso dovesse aggravarsi la situazione l'allerta diventerà rossa e si procederà alla chiusura integrale di tutta la regione.

5 REGIONI A RISCHIO Lo scopo è quello di evitare un lockdown nazionale, come più volte ha ribadito il governo, ma l'ulteriore aumento dei contagi ha reso necessario l'avvio di nuove restrizioni. Allo stato attuale tutte le Regioni hanno registrato un aumento di contagi, ma 5 in particolare si troverebbero a un passo dalla chiusura, come riporta La Stampa. Con l’Rt in zona allarme arancione sono già: Sicilia (1,34), Piemonte (1,33), Campania (1,31) e Basilicata (1,33). Ma con i numeri di ieri che segnano 983 nuovi contagi anche in Lombardia si accende la spia arancione, quando invece sembrava che la situazione fosse quasi rientrata rispetto alla prima ondata.

CASO NAPOLI Il Gimbe intanto ha posto l'attenzione non tanto sulla Campania ma sulla città di Napoli. Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca ha già lanciato un imperatico, affermando che se in meno di un mese il numero di contagi non sarà quasi al pari di quello dei guariti potrebbe scattare una chiusura totale in tutto il territorio. «Se dovessimo avere mille contagi e 200 guariti al giorno è lockdown. Se, in termini assoluti, avremo 800 positivi al giorno arriviamo alla chiusura di tutto», ha sottolineato De Luca in una delle sue dirette su Facebook.

Fino a pochi giorni fa la situazione nelle terapie intensive in Italia sembrava gestibile, ma ora i medici anestesisti, iniziano a dare i primi segnali di allerta con reparti pieni e pazienti sempre più critici.

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