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Un primario del Monzino da cui viene visitato il 5 marzo vuole ricoverarlo subito, «ma non può per il blocco stabilito dalla Regione Lombardia per i casi ordinari», e quindi predispone di farlo alla prima data utile. Il 18 maggio il dottor Ghini viene chiamato, ma al telefono risponde la moglie. Lui purtroppo è morto per arresto cardiaco improvviso il 14 aprile. «Sarebbe stato necessario avere i Pronto Soccorso separati per Covid e sale operatorie adeguate - si dispera la dottoressa Truppo -. Nessuno può sapere se mio marito sarebbe morto comunque, ma è certo che la sua patologia sarebbe stata scoperta e sarebbe stato ben curato. È uno dei tantissimi pazienti morti per colpa del Covid, ma il nostro dovere è attrezzarci al meglio ed evitare che si possa morire così».
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