Istat, a marzo quasi il 50% di morti in più, record a Bergamo: +568%, a Roma -9,4%. Da incubo anche il dato di Pesaro e Urbino

Istat, a marzo quasi il 50% di morti in più, record a Bergamo: +568%, a Roma -9,4%
Istat, a marzo quasi il 50% di morti in più, record a Bergamo: +568%, a Roma -9,4%
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Maggio 2020, 14:19 - Ultimo aggiornamento: 15:30

Coronavirus, i dati Istat e Iss di marzo dicono che a marzo 2020 ci sono stati quasi il 50% di morti in più rispetto rispetto alla media 2015-2019 del mese di marzo, con record a Bergamo +568%, mentre a Roma si è registrato un -9,4%. Dal 20 febbraio al 31 marzo 2020 sono 13.710 i morti per Covid19 in Italia. Il dato emerge dal Rapporto prodotto dall'Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall'Istituto Superiore di Sanità. Terribili  anche i dati relativi alla provincia di Pesaro e Urbino con un incremente dei decessi del 120%.

LEGGI ANCHE:

Coronavirus, impennata dei contagi nelle Marche: sono 44 su 557 (da 21 su 1125) /I malati nelle regioni in tempo reale


I dati di mortalità totale si riferiscono a 6.866 comuni (87% dei 7.904 complessivi). Si tratta della «prima volta - rileva il Rapporto - che l'Istat diffonde questa informazione riferita a un numero così consistente di comuni». Considerando il mese di marzo, si spiega nel Rapporto, si osserva a livello medio nazionale una crescita del 49,4% dei decessi per il complesso delle cause. Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid19 riportato al Sistema di Sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L'eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati  Covid 19 (13.710).

La letalità per Covid 19 è più elevata in soggetti di sesso maschile in tutte le fasce di età, ad eccezione della fascia 0-19 anni. Nel 34,7% dei casi segnalati viene riportata almeno una co-morbidità (una tra: patologie cardiovascolari, respiratorie, diabete, deficit immunitari, patologie metaboliche, oncologiche, obesità, patologie renali).

Il 91% dell'eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell'epidemia: 3.271 comuni, 37 province del Nord più Pesaro e Urbino. Nell'insieme di queste province, i decessi per il complesso delle cause sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-2019 del mese di marzo. Se si considera il periodo dal 20 febbraio al 31 marzo, i decessi sono passati da 26.218 a 49.351 (+23.133); poco più della metà di questo aumento (52%) è costituita dai morti riportati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid 19 (12.156). All'interno di questo raggruppamento le province più colpite dall'epidemia hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane, con incrementi percentuali dei decessi a marzo 2020, rispetto al marzo 2015-2019, a tre cifre: Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia (291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro e Urbino (120%).

Nelle aree a media diffusione dell'epidemia (1.778 comuni, 35 province prevalentemente del Centro-Nord) l'incremento dei decessi per il complesso delle cause nel periodo 20 febbraio-31 marzo è molto più contenuto, da 17.317 a 19.743 (2.426 in più rispetto alla media 2015-2019); il 47% è attribuibile ai morti risultati positivi al Covid 19 (1.151).

Infine, nelle aree a bassa diffusione (1.817 comuni, 34 province per lo più del Centro e del Mezzogiorno) i decessi del mese di marzo 2020 sono mediamente inferiori dell'1,8% alla media del quinquennio precedente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA