Coronavirus, gruppi Telegram per evitare i posti di blocco: così gli italiani a Pasqua hanno eluso i controlli

Coronavirus, gruppi Telegram per evitare i posti di blocco: così gli italiani a Pasqua hanno eluso i controlli
Coronavirus, gruppi Telegram per evitare i posti di blocco: così gli italiani a Pasqua hanno eluso i controlli
di Enrico Chillè
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Martedì 14 Aprile 2020, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 10:54
Siamo ancora in piena emergenza coronavirus, con la fase 2 che tarda ad arrivare. Per molti italiani, però, rinunciare al pranzo coi parenti o a qualche scampagnata tra Pasqua e Pasquetta era qualcosa di inaccettabile. E c'è chi ha deciso di ricorrere alla tecnologia per evitare i posti di blocco ed eludere i controlli delle forze dell'ordine sulle principali strade di tutto il paese.

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Lo dimostrano chiaramente i tanti gruppi creati su Telegram, che hanno proprio lo scopo di segnalare ogni eventuale posto di blocco, nei centri urbani e sulle strade di collegamento. Ogni utente può iscriversi e controllare le segnalazioni degli altri, per poter così decidere di prendere altre direzioni ed eludere i controlli per evitare multe salate o denunce per violazione dei Dpcm emanati per fronteggiare l'emergenza coronavirus.
 


A segnalare la presenza di questi gruppi Telegram è, tra gli altri, Alex Orlowsky, regista ed esperto informatico. Per verificare l'esistenza di questo stratagemma per eludere i controlli è sufficiente accedere all'app di messaggistica istantanea e inserire, nel campo della ricerca, "posti di blocco": ci si accorgerà, in breve tempo, che ne esistono centinaia per diversi comuni, province e regioni. Accedendo ai singoli gruppi, è possibile anche scoprire che la maggior parte di essi sono stati creati nella seconda metà di marzo, quindi lo scopo sembra proprio essere quello di evitare i controlli istituiti per l'emergenza coronavirus.

Come se non bastasse, i gruppi più numerosi sono quelli della Lombardia, la regione più martoriata dalla diffusione del contagio: a Milano gli utenti iscritti sono tantissimi (e lo dimostrano anche i dati allarmanti sull'incremento degli spostamenti), ma non mancano segnalazioni capillari di posti di blocco anche nella provincia di Bergamo, che dall'inizio dell'emergenza ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane.
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