Consulta, eletti i tre giudici: Barbera
Modugno e Prosperetti. Accordo Pd-M5S

I giudici eletti Barbera, Modugno e Prosperetti
I giudici eletti Barbera, Modugno e Prosperetti
di Alessandra Severini
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Giovedì 17 Dicembre 2015, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 22:40
ROMA - Consulta, eletti i tre giudici Barbera, Modugno e Prosperetti. Il Pd scarica Fi: trovato l'accordo con M5S è arrivata anche la fumata bianca.



Tra elezioni dei giudici della Consulta e critiche sulle banche, si infiamma la polemica politica. Dopo decine di votazioni andate a vuoto, Renzi ha deciso di far saltare l'accordo con Forza Italia per l'elezione dei tre giudici costituzionali. Spazientito, il premier ha dato input al Pd per chiudere un'intesa con il Movimento 5 stelle che infatti in serata ha portato all'elezione della terna di giuristi individuata da Pd, M5s e centristi.

Rispettivamente sono stati eletti Augusto Barbera (581 voti), Franco Modugno (609) e Giulio Prosperetti (585). A farne le spese è stato il candidato forzista Francesco Paolo Sisto, anche se sono state le stesse divisioni di Forza Italia a renderla incapace di sostenere un proprio candidato. Nonostante ciò, l'ira di Silvio Berlusconi, che si è visto per l'ennesima svolta snobbato dal premier, si è abbattuta contro la maggioranza. “E' molto grave - ha tuonato – che la Consulta non abbia al suo interno nemmeno un giudice che sia del centrodestra”.

La rabbia del Cav, però, nasce dal vedere ancora una volta il suo partito completamente ininfluente nelle scelte che contano. Era dal 1994 che Forza Italia non rimaneva tagliata fuori dagli accordi istituzionali sulle elezioni degli organi costituzionali. C'è da giurarci che Berlusconi proverà a 'vendicarsi' chiedendo ai suoi di attaccare a testa bassa l'esecutivo per le modalità del salvataggio delle banche. L'ex premier si è detto contrario all'idea “malsana degli arbitri” perché le “30mila persone coinvolte devono essere tutte risarcite”.

Del resto il Cav ha già accettato di sostenere la mozione di sfiducia contro il governo insieme a Lega e Fratelli d'Italia.

Ma il premier non teme il voto e, anzi, passa al contrattacco: “La commissione d'inchiesta chiarirà le responsabilità degli ultimi 10 anni: noi non c'eravamo mentre ci sono partiti che si sono fatte le banche”. In realtà non è detto che tutta Forza Italia sia pronta a seguire il leader nell'attacco al governo.

Lo sospetta la Lega, che con il vicepresidente del Carroccio a palazzo Madama, Candiani, denuncia apertamente la “stucchevole sponda” del capogruppo forzista Paolo Romani che “invece di cacciare Renzi e Boschi evita di sostenere la mozione di sfiducia in Senato”, dove i numeri del governo traballano.

Il voto sulla mozione di sfiducia contro il ministro Boschi presentata dai 5 stelle è previsto già per domani a Montecitorio, mentre la mozione contro il governo presentata da FI, Lega e Fratelli d'Italia slitterà a gennaio.
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