«Mi sono dimesso da cittadino dello Stato italiano: ora vivo libero, sono un Ir»

dimettersi da cittadino dello Stato italiano, Massimo Affro di Trichiana lo ha fatto
dimettersi da cittadino dello Stato italiano, Massimo Affro di Trichiana lo ha fatto
di Olivia Bonetti
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Venerdì 19 Luglio 2019, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 19:33
BELLUNO - Dimettersi da cittadini di uno Stato e vivere senza lacci, laccioli, tasse, obblighi e diventare liberi. O meglio soggetti di diritto internazionale, come dicono loro. È il popolo unico, o come si definiscono loro legali rappresentanti brevemente lr. Sono ormai diversi anche nel Bellunese: una ventina di ex-cittadini che non son più registrati all'anagrafe con nome e cognome in maiuscolo e l'atto di nascita. C'è una famiglia che non ha nemmeno registrato il neonato. «È nato libero», dicono. Questa sera si incontreranno a Mel per confrontarsi e scambiarsi opinioni e suggerimenti. Tra loro, nel popolo unico, anche Massimo Affro di Trichiana, comune di Borgo Valbelluna. È lui a raccontare come si vive da lr. Affro ha 52 anni, compagna e famiglia un lavoro part time come insegnante di arti marziali, dipendente, e un altro da libero professionista. Nella sua famiglia sono liberi, non sono cittadini: Affro non lo è ormai dal 2017 e non potrebbe essere più felice. «Mi sono avvicinato al popolo unico- racconta Massimo - qualche anno fa, quando mi sono scontrato con l'obbligo vaccinale. Non capivo come lo Stato  potesse impormi di fare qualcosa che non ritenevo giusto per i miei figli. L'unico figlio che ho vaccinato era andato in coma convulsivo per quella iniezione. Poi si è ripresa, ma da lì ho deciso che non avrei più voluto che lo Stato decidesse per i miei figli e per me e ho voluto capire come potessero permettersi di dirmi quello che dovevo fare».

Così il 52enne di Trichiana, si informa, studia e capisce che può fare qualcosa per cambiare quella situazione. «Era il luglio 2017 - prosegue - ho depositato al protocollo dell'anagrafe del Comune di Trichiana una autocertificazione in cui attesto di essere un essere umano attualmente in vita, generato e attesto la mia legale rappresentanza. In questo modo ho preso in mano la mia vita e poi quella della mia famiglia. Ho notificato all'Agenzia delle entrate una diffida dichiarando che tutti i contratti generati sulla mia persona sono nulli e li ho diffidati». Lui, come gli altri lr sottostanno, dicono, solo alle Convenzioni di Ginevra, ovvero la base del diritto internazionale umanitario. Sono una sorta di migranti italiani. E come si fa a vivere senza documenti, senza passaporto, senza patente, senza tessera sanitaria? «Noi ci siamo presi in mano la nostra vita - dice -. Io l'aereo lo prendo in Italia, la macchina la guido e se voglio andare all'estro chiederò un visto all'ambasciata. Se vado all'ospedale mi curano, anche prima dei cittadini». 
Olivia Bonetti
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