Cinghiali, possibile abbatterli in città e vendere e mangiare la carne: ma sotto il controllo della Forestale

Cinghiali, possibile abbatterli in città e vendere a mangiare la carne: ma sotto il controllo della Forestale
Cinghiali, possibile abbatterli in città e vendere a mangiare la carne: ma sotto il controllo della Forestale
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 14:32

Qualcuno, tra i corridoi di Montecitorio, lo ha già ribattezzato il nodo cinghiali, o cinghiali-gate. Perché di ungulati (ma non soltanto) si occupa l'emendamento che nelle ultime 24 ore è finito al centro della bagarre sulla legge di Bilancio. O meglio, della possibilità di consentire gli abbattimenti di fauna selvatica anche in città e nelle aree protette, per motivi di sicurezza stradale o per riequilibrare il numero degli animali in un certo territorio.

Cinghiali, possibile abbatterli in città

Non è una novità assoluta: dell'emendamento, a prima firma del capogruppo di Fratelli d'Italia Tommaso Foti, si era già discusso nei giorni scorsi, salvo poi accantonarlo. Ieri mattina, invece (con quello che le opposizioni hanno bollato come un «blitz» della maggioranza) la modifica è andata in porto. E ha sollevato un'ondata di indignazione, dalle associazioni animaliste al leader dei Verdi Angelo Bonelli, che ha tuonato contro il governo colpevole di voler «fare un favore alla lobby venatoria e delle armi». Ma cosa prevede il provvedimento incriminato? In realtà si tratta di una riforma che segue le orme di un testo approvato nella scorsa legislatura dalla commissione Agricoltura della Camera, all'epoca guidata dal pentastellato Filippo Gallinella. L'emendamento, in pratica, apre alla possibilità di catturare o abbattere gli animali selvatici (come ad esempio i cinghiali) non soltanto durante il periodo della caccia, ma in qualunque momento, e anche nelle are attualmente interdette all'attività venatoria. Zone come, appunto, le aree verdi protette e quelle urbane, preda sempre più di frequente delle scorrerie degli ungulati. Non solo: i cinghiali cacciati in città, specifica l'emendamento, potranno essere venduti e consumati, e dunque finire in tavola, a patto che la carne risulti sicura dalle obbligatorie analisi igienico-sanitarie.


Tanto è bastato per far partire il grido d'allarme: «La norma consentirà l'abbattimento di specie protette dall'Ue, come lupi, orsi, volpi e altro in totale violazione della direttiva Habitat e dell'articolo 9 della costituzione», denuncia Bonelli. «Oggi rincara la dose il Wwf si sta per scrivere una pagina nera per la biodiversità e per la sicurezza dei cittadini: città e aree protette non devono diventare riserve di caccia».

Anche in commissione Bilancio, ieri mattina, si è sfiorato il caos, con deputati che si sono urlati contro e la seduta che alla fine è stata sospesa.


CONTENIMENTO
Una polemica che il capogruppo di FdI Foti liquida con un pirandelliano «molto rumore per nulla». Perché, sottolinea Foti al Messaggero, l'approvazione dell' emendamento non significa che da domani vedremo squadre di cacciatori in giro per i centri delle nostre città. «Basterebbe leggerlo per capire quello che dice sbotta Foti Parliamo di una norma che dà alle Regioni la possibilità, e sottolineo la possibilità, di attuare piani di contenimento della fauna selvatica, attraverso l'abbattimento degli animali o la loro cattura», spiega. Piani che, in ogni caso, saranno attuati sotto il coordinamento delle unità di controllo forestale e agroalimenatre dei carabinieri. E che potranno avvalersi di agenti della polizia locale e solo se necessario di guardie venatorie e cacciatori riconosciuti, muniti di apposito tesserino. Nessun far west, insomma, alla vista di un ungulato sotto casa. Ungulati che, ricorda Coldiretti, «nelle città e nelle campagne italiane sono 2,3 milioni», e spesso si spingono a ridosso delle abitazioni e «causando incidenti stradali con morti e feriti». Motivo per cui mette a verbale l'associazione dei coltivatori «è necessario intervenire».
 

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