Discorso di addio al nonno morto?
I nipoti censurati: non possono farlo

Discorso di addio al nonno morto? I nipoti censurati: non possono farlo
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Lunedì 13 Agosto 2018, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 13:34
CESIOMAGGIORE - Vietato ai nipoti ricordare con le loro parole il nonno in chiesa al suo funerale. Non c'è stato verso per la famiglia di Elio Zanella, il 72enne di Cesiominore deceduto a fine luglio dopo essere finito in un canalone andando a funghi nella zona di Costa di Roro. Per la famiglia, oltre al dolore per la perdita del loro caro, anche quello per non aver trovato conforto proprio nel luogo deputato a darlo. In chiesa. Le regole della parrocchia di Cesiomaggiore sono ferree: non si concede a nessuno di intervenire con un'orazione funebre durante la messa. «Abbiamo tolto queste cose in chiesa ormai 10 anni fa, su indicazione precisa del vescovo», spiega il parroco di Cesio, don Andrea Piccolin. E le regole effettivamente sono uguali per tutti: poco tempo fa, in un altro funerale, si rischiò lo scontro con un parente di Milano che pretese di leggere il suo ricordo in chiesa. 

 

IL DIVERBIO
Anche nel caso di Zanella le cose sono terminate con lo scontro ai funerali che si sono tenuti il 31 luglio. A raccontare l'accaduto il genero del 72enne, Luca Sambugaro: «Dopo una breve discussione col parroco, avvenuta il giorno prima del funerali in sacrestia dove mi imponeva di trasformare le parole scritte dai nipoti in una preghiera liturgica, siamo convenuti ad un accordo: ovvero nel lasso di tempo tra rosario e funzione religiosa, mio figlio 18 enne il nipote con la quale Elio aveva un feeling particolare, doveva esprimere un suo pensiero scritto assieme al suo fratello più piccolo 14enne». Segue uno scambio di mail con la bozza. I ragazzi esordivano così: «Ciao nonno, ciao Elio, è difficile dirti in poco tempo quello in questi anni ci hai trasmesso. Ci hai insegnato a fare e a dire ciò che pensavamo ed è per questo che abbiamo deciso di scriverti queste semplici righe... «Nei pensieri dei ragazzi - prosegue Sambugaro - erano raggruppati dei piccoli gesti magari insignificanti, ma per chi lo conosceva di grandissimo valore affettivo. Ma la mattina seguente, il giorno delle esequie, il parroco mi risponde con un'altra mail in cui allegava i pensieri trasformati in preghiera liturgica».

UN EQUIVOCO?
Da lì forse un'incomprensione: i famigliari non stampano le preghiere e il parroco le porta alla messa. «Entrati in chiesa - dice il genero - mi sento ribadire che nella sua chiesa non si sarebbe mai sentito pronunciare un pensiero che nominasse patatine fritte e partite a carte con il nonno. Non posso trasmettervi il mio senso di impotenza in quel momento, nel non poter controbattere questa decisione». Diversa la ricostruzione del parroco, don Piccolin: «Ho dato la mia massima disponibilità per sistemare la preghiera, visto che non ho trovato adeguato parlare in chiesa di patatine fritte. Non c'era niente di religioso e ho invitato ad affidare questi messaggi a una preghiera, perché con la preghiera non si sbaglia mai. Ho inviato la mail la mattina del funerale. Quel giorno non le avevano stampate. Gliele ho consegnate io, ma quando è stato il momento di leggerle, alla preghiera dei fedeli, li ho guardati, ma nessuno è salito». Ma le parole dei ragazzi erano state cambiate e i nipoti volevano leggere il loro messaggio di addio per il nonno. «Al termine del funerale - conclude il genero-. Non abbiamo neppure ricevuto le condoglianze, fatto che ha suscitato anche un certa curiosità nei presenti».
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