Roma, dà fuoco alla villa dell'amante
della sorella, ma la casa esplode e lui muore

Roma, dà fuoco alla villa dell'amante della sorella, ma la casa esplode e lui muore
di Marco De Risi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Agosto 2016, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 10:40

«Ho sentito un boato. Non potevo credere ai miei occhi. Mi sono affacciato dal balcone ed ho visto la villa a fianco sventrata. In pratica si vedeva da parte a parte come se qualcuno ci avesse messo il tritolo». A parlare, ancora sotto choc, è Mario il proprietario della casa davanti a quella che è esplosa in via Capri al civico 9 nel comune di Marino. Il nome del proprietario qui lo conoscono tutti, uno del clan dei Casamonica, Raffaele. Davanti a quel disastro il pensiero corre a vendette, intimidazioni, sgarri. Gli affari stavolta non c'entrano nulla, dietro al rogo c'è una storia d'amore contrastata. «Quei due giovani vogliono stare insieme ma alle loro famiglie non sta bene. Loro se ne sono fregati, li hanno sfidati ed è successa questa tragedia», racconta chi conosce bene la vicenda di questa relazione malvista nel clan. Le pareti della villa sbriciolate, il corpo di un uomo senza vita tra le macerie.
È quello di Nicandro Casamonica, fratello di Concetta. Lei ama Romolo, il figlio di Raffaele che vive lì in via Capri, nonostante la contrarietà dei familiari. L'altra sera i due ragazzi fuggono, Nicandro per vendicare l'onore della sorella e mandare un chiaro messaggio ai parenti cosparge la casa di benzina per darle fuoco e resta ucciso dall'esplosione.
«Le fiamme erano alte - racconta una vicina - e dopo il boato si sentiva ancora il sinistro rumore delle macerie come se continuassero a spostarsi. I vigili del fuoco hanno indossato le maschere d'ossigeno e sono entrati all'interno. Poi ho sentito un pompiere che gridava al collega che aveva trovato una persona morta, bruciata. Si è fatto passare un telo da un operatore del 118 probabilmente per coprire il corpo».

 

 
I FAMILIARI
La villa di Raffaele Casamonica - del clan coinvolto in varie inchieste giudiziarie, anche Mafia Capitale, e sequestri milionari per vari reati, la famiglia che la scorsa estate organizzò il funerale show al boss- è esplosa seminando il panico nella zona. Via Capri è una stradina molto stretta, difficile da localizzare. Scorre lungo la via Anagnina qualche chilometro dopo il Gran Raccordo Anulare. Un rifugio sicuro, quasi impossibile da raggiungere per chi non conosce il posto e sa dove andare. Ieri pomeriggio i carabinieri, che si occupano dell'inchiesta, sono rimasti sul posto per ore ma comunque si sono presentati altre persone dei Casamonica, alcuni a bordo di una Smart. Hanno fatto domande e poi sono andati via. «Io abito vicino alla villa esplosa - commenta un vicino sulla cinquantina -. Qui si sa che i Casamonica non sono certo stinchi di santo. Io mi faccio i fatti miei e li ignoro. Ogni tanto vedo passare qualche macchinone, vedo qualche brutta faccia ma questo ormai accade in ogni parte di Roma e anche ai Castelli.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA