Cadaveri fatti a pezzi e ritrovati nelle valigie: apparterrebbero a marito e moglie scomparsi nel 2015

I coniugi Shpetim e Teuta Pasho scomparsi nel 2015
I coniugi Shpetim e Teuta Pasho scomparsi nel 2015
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Martedì 15 Dicembre 2020, 21:55

FIRENZE - C'è una clamorosa svolta investigativa sul macabro ritrovamento dei cadaveri fatti a pezzi e ritrovati chiusi in due valigie nelle campagne di Firenze, tra il carcere fiorentino di Sollicciano e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. I resti dei due corpi potrebbero appartenere a Shpetim e Teuta Pasho di 54 e 52 anni scomparsi nel 2015.

La coppia che, viveva tra l'Albania e la Toscana abitava nel comune di Scandicci, località tristemente famosa alle cronache per i delitti del “Mostro” di Firenze.

Un omicidio forse legato ad ambiti criminali legati al narcotraffico gestito dalla malavita del paese delle aquile.

Infatti il figlio della coppia di nome Pasho è stato arrestato per traffico di droga e quando era detenuto si trovava proprio nel carcere di Sollicciano dove a pochi metri sono stati ritrovati i resti dei genitori. Una vendetta per uno sgarro punito secondo i dettami del “Kanun”, il terribile codice di diritto consuetudinario albanese che prevede nelle faide criminali di vendicare l'uccisione di un parente consanguineo, torturando ed uccidendo l'assassino fino ai familiari di terzo grado di parentela.  Nella foto in basso il luogo nel ritrovamento delle tre valigie).

La scomparsa nel nulla dei due coniugi era stata denunciata dalla figlia della vittima cinque anni fa, anche sui media albanesi. Un tatuaggio confermerebbe la raccapricciante ipotesi sulla scoperta fatta da alcuni operai che stavano tagliando l'erba. I due cadaveri erano stati riposti con cura nei tre trolley e gli arti avvolti nel cellophane con del nastro adesivo. Sulle gambe saponificate del corpo di sesso femminile ci sono dei calzini a righe.

L'autopsia eseguita oggi pomeriggio ha svelato un importante particolare; la donna sarebbe stata picchiata brutalmente con più colpi al viso e alla testa che, hanno provocato la frattura dell'osso ioide e quella delle costole. L'uomo, invece sarebbe stato ucciso con una coltellata alla gola. I carabinieri del Ris hanno estratto un campione di Dna dalla figlia della coppia per confrontarlo con quello estrapolato dai resti umani.

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