Bufera al Tg1, Minzolini richiama la Busi
Lei non cede: libera di esprimermi

Maria Luisa Busi
Maria Luisa Busi
6 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Aprile 2010, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:24
ROMA (2 aprile) - Torna Annozero ed subito boom di spettatori, mentre non si placano le polmiche al Tg1 dopo la sostituzione di 3 conduttori del telegiornale. Alla lettera di contestazione formale ricevuta ieri dal direttore del Tg1 Augusto Minzolini, Maria Luisa Busi ha risposto oggi rivendicando il diritto, sancito dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori, ad esprimere liberamente il suo pensiero, tanto più in veste di consigliere nazionale della Federazione nazionale della stampa.



Con 5 milioni 159 mila persone davanti allo schermo e il 21,88% di share, la trasmissione di Michele Santoro è tornato in onda a livelli record di ascolti. La puntata, dopo la pausa forzata pre elettorale, ha nettamente vinto la serata. Su Canale 5 i Ris Roma hanno avuto 4.227.000 (16,44%) nel primo episodio e 3.999.000 (17,58%) nel secondo; su Raiuno la replica del Commissario Montalbano, L'odore della notte, ha avuto 3.943.000 (16,07%).



«Io sono qui per fare Annozero alla faccia di chi ci vuole male e stasera torno in onda», ha detto Santoro aprendo la puntata di Annozero, la prima dopo la sospensione dovuta allo stop in periodo di par condicio e dice: «a meno che non si pensi di fare anche per me leggi ad personam, ma io non sono qui per governare, sono qui per lavorare».



La puntata si apre con le immagini di Raiperunanotte e della mobilitazione di piazza di Bologna in difesa di Santoro e dela libertà di stampa. «I conteggi sono stati rifatti e tra tv generalista, satellite e internet sono stati 6 milioni e 300 mila gli individui che hanno seguito Raiperunanotte», sostiene Santoro, che aggiunge: «Nessuno lo guardava da solo. E poi c'erano le piazze, a Bologna, a Milano, a Padova, e poi a Roma. E quanti erano in queste piazze, e quanti erano? Non siamo esperti di numeri ci dobbiamo affidare all'on Verdini».



«È la vergogna delle vergogne»: non è andato giù a Emilio Fede, tra gli ospiti di ieri sera di Annozero, l'ampio intervento di Beppe Grillo proposto da programma di Santoro. E in segno di polemica il direttore del Tg4, intervenuto in collegamento da Milano, ha lasciato la trasmissione. «Io saprei bene dove buttare Grillo con il suo canotto, nel fiume Lambro», ha detto Fede. Che poi a un certo punto è sbottato: «Mi sono stancato di sentire insulti. È una vergogna».



Lo scontro al Tg1. Una lettera di contestazione formale è stata inviata dal direttore del Tg1, Augusto Minzolini, alla giornalista Maria Luisa Busi. Il direttore contesta alla conduttriche la sua intervista di giovedì a Repubblica in cui criticava la decisione di sostituire tre conduttori storici del telegiornale definendola una «rappresaglia» contro coloro che non hanno firmato la lettera a favore del direttore sul caso Mills. La lettera è stata indirizzata, per conoscenza, anche al direttore delle risorse umane dell'azienda Luciano Flussi.



Nella lettera Minzolini contesta alla giornalista della sua testata - che ieri sera alle 20 ha condotto regolarmente il Tg1 - la mancata richiesta di autorizzazione per l'intervista, i dati degli ascolti del Tg1 forniti dalla Busi e rileverebbe l'ingiustizia nei confronti di altri colleghi che invece, l'autorizzazione, l'avrebbero chiesta anche per la semplice presentazione di un libro.



Maria Luisa Busi: il diritto di esprimersi è sancito dalla Costituzione. Alla lettera di contestazione formale ricevuta da Minzolini, Maria Luisa Busi ha risposto rivendicando il diritto, sancito dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori, ad esprimere liberamente il suo pensiero, tanto più in veste di consigliere nazionale della Federazione nazionale della stampa. La lettera è diretta anche al direttore generale Mauro Masi, al presidente Paolo Garimberti e al responsabile delle Risorse umane Luciano Flussi.



«Non è tollerabile che un volto del Tg delle 20 sconfessi la linea del Telegiornale che interpreta ogni sera. Per coerenza si dimetta - ha detto il consigliere della Rai indicato dal Pdl Antonio Verro, in un'intervista a Repubblica - La Rai dovrebbe chiederle i danni. Minzolini fa scelte aziendali e professionali: i tre conduttori rimossi vengono sostituiti da un volto nuovo come la Chimenti. La Grimaldi e Giorgino meritano il Tg1 delle 20». Verro commenta anche i dati di ascolto riportati dalla Busi: «Il Tg1 cresce negli ascolti dei giovani, fascia appetibile alla pubblicità». Perchè Minzolini attira critiche? «Perché è uno che ha le palle» risponde.



Verro: non ho chiesto dimissioni Busi.
In serata, dopo le polemiche scatenate, Verro torna sul tema: «Per chiarire ed evitare ogni fraintendimento, ribadisco che non c'è alcuna richiesta di dimissioni e nessuna intenzione di intervenire in ambiti che non mi competono. Come membro del cda Rai, il mio era solamente un appello alla coerenza e un doveroso richiamo al rispetto dei ruoli».



Il consigliere d'amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo, vicino al Pd, replica sarcastico: «Ha ragione il consigliere Antonio Verro: quando mai si è visto che un giornalista possa avere opinioni ed esprimerle liberamente! Ma proprio per questo l'invito alle dimissioni di Maria Luisa Busi e l'inevitabile richiesta di danni mi sembra una soluzione troppo buonista e pertanto non condivisibile. Il direttore generale accolga tempestivamente la richiesta di provvedimento disciplinare avanzata dal direttore del Tg1 e le commini la sanzione del taglio della lingua sulla pubblica piazza affinché serva da monito per tutti. Massimo De Strobel, Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso, veri responsabili del calo degli ascolti del Tg1, non siano solo rimossi dai loro incarichi ma cacciati via da Saxa Rubra con ignominia. Per non parlare dello scandaloso Paolo Ruffini. Avevo capito - conclude ironico il consigliere - da alcune telefonate che era stato già "mandato via" e invece, con mia sorpresa, continuo ad incontrarlo a piede libero nei corridoi di viale Mazzini».



«A parte la sgradevolezza del linguaggio del consigliere Verro, che sostiene che Minzolini "ha le palle", direi che il direttore del Tg1 ha l'arroganza del potere: non mi sembra che ci voglia coraggio ad agire sulla base di una copertura politica nei confronti delle professionalità dei colleghi». È quanto sottolinea il consigliere di amministrazione Rai Giorgio Van Straten. Van Straten giudica «ridicola» l'ipotesi di una sanzione disciplinare a carico di Maria Luisa Busi, «che fra l'altro è uno dei consiglieri nazionali della Fnsi: sarebbe come se un sindacalista non potesse dire sua sulla Fiat». Né si possono contestare alla giornalista, secondo il consigliere, le osservazioni sul calo di ascolti del Tg1: «Ho in mano i dati della direzione Minzolini confrontata con lo stesso periodo della direzione di Riotta e c'è indubitabilmente una riduzione di ascolti». Il problema, da sottoporre «all'attenzione del consiglio di amministrazione e del direttore generale», secondo Van Straten, «è che il Tg1 non può essere diretto così, è la situazione in cui si trova, come denunciamo da mesi».



«Quello che francamente stona e inquieta sono le dichiarazioni vagamente intimidatorie del consigliere del cda Rai Verro nei confronti delle opinioni espresse dalla conduttrice del Tg1 Maria Luisa Busi», afferma Giorgio Merlo del Pd, vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai. «È francamente stucchevole - prosegue Merlo - nonchè inquietante, che un membro del cda pensi di punire una giornalista del servizio pubblico per le opinioni che esprime. Cosa c'entrano - conclude - questi pericolosi richiami con la richiesta di avere un servizio pubblico imparziale, corretto, trasparente e pluralistico?».



L'Idv: intollerabile. Mentre il Pdl difende compatto il direttore del Tg1, parlando di attacchi «indegni», l'Idv torna a criticare Minzolini. «Quanto sta accadendo al Tg1 sta superando la soglia dell'umana immaginazione ed è ormai intollerabile», dice il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, Pancho Pardi. «Minzolini - continua - ha il diritto di cambiare i conduttori quando vuole, ma se i provvedimenti colpiscono solo coloro che non hanno voluto firmare il giuramento di fedeltà evidentemente non è una coincidenza. E se un consigliere del cda, che non a caso si vanta di essere amico di Berlusconi, addirittura arriva a chiedere danni e dimissioni alla Busi significa che il clima è ormai quello della resa dei conti interna». Per l'esponente Idv, «Minzolini si comporta come un despota e sta abusando dei suoi poteri».



Capezzone: risibili le intimidazioni a Minzolini. Per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, «i soliti noti del Pd e dell'ala militante del cda Rai (Rizzo Nervo in testa) farebbero bene a rassegnarsi: le loro intimidazioni nei confronti del Tg1 di Augusto Minzolini sono fallite, e hanno ormai qualcosa di risibile. Il metodo è sempre lo stesso: quando qualcuno non è allineato ai desiderata della sinistra politico-aziendale, parte la stanca e logora serie di attacchi, nel tentativo di intimidirlo e impaurirlo. Ma con Minzolini e la sua squadra, i signori della sinistra sono cascati male: il direttore del Tg1 non si è fatto condizionare. E' paradossale che la sinistra parli tanto di rinnovamento, e poi attacchi chi il rinnovamento lo fa sul serio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA