Daniele Di Sora non dimenticherà mai la telefonata arrivata quella mattina: «Corra suo figlio ha vomitato in acqua». «Pensavo ad una congestione», racconta il papà. Invece il bimbo era andato in arresto cardiaco, l’avevano rianimato e lo stavano trasportando con l’eliambulanza al Gemelli di Roma. Una tragedia scampata. Ancora non è chiaro cosa sia successo in quei pochi istanti. Giulio (il nome è di fantasia) era con altri bambini, una ventina in tutto, nel campus estivo che ogni anno a Morlupo, paesino vicino Roma, organizza quelle settimane di gioco. Nella struttura ci sono due piscine, una destinata ai bimbi più piccoli, l’altra - più grande - dove l’acqua sarà profonda poco più di due metri. Il bimbo era proprio lì accanto quando - per cause ancora da chiarire - è finito dentro.
Sul caso indagano i carabinieri della stazione di Bracciano, diretti da Alessandro Papuli. Dalle prime verifiche e dal racconto di alcuni testimoni sembra che si sia trattato di un incidente: il bambino si sarebbe avvicinato alla piscina grande tuffandosi senza braccioli. Ma sarebbero emersi anche altri racconti: «Il figlio del proprietario - spiega il papà - ha detto che mio figlio si è tuffato con i braccioli e gli si sono levati tutti e due nello stesso momento. Qualche altro testimone che è stato spinto da bambini più grandi». Fatto sta che Giulio è caduto in piscina ed è rimasto sott’acqua almeno per quaranta secondi, come diranno poi i medici.
Quando è stato tirato fuori, si è temuto il peggio: «Gli hanno fatto un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca fino all’arrivo dei soccorsi - racconta ancora Daniele - Giulio è rimasto in terapia intensiva per due giorni ed è ancora ricoverato in ospedale nel reparto di pediatria da dove, si spera, verrà dimesso sabato».
Le indagini chiariranno meglio cosa sia successo.
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