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Gallipoli, bimba di 2 anni morta per un virus. I genitori tappezzano la città di manifesti: «Ti sentirò in ogni mio respiro»

La famiglia ha fatto partire una diffida nei confronti della Asl per accertare eventuali responsabilità o negligenze dell'ospedale

Gallipoli, bimba di 2 anni morta per un virus. I genitori tappezzano la città di manifesti: «Ti sentirò in ogni mio respiro»
Gallipoli, bimba di 2 anni morta per un virus. I genitori tappezzano la città di manifesti: «Ti sentirò in ogni mio respiro»
di Antonella Margarito
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 09:04 | 3 Minuti di Lettura

«Ti sentirò in ogni mio respiro, ti ascolterò in ogni mio silenzio, saprò riconoscere il tuo profilo tra le nuvole. Per sempre la nostra Ludo». Con queste toccanti parole i genitori della piccola Ludovica, la bimba di due anni e mezzo di Sannicola, morta lo scorso 29 dicembre a causa di un virus influenzale trasformatosi in encefalite fulminante, hanno inteso ringraziare tutti coloro che sono stati vicini alla famiglia, tappezzando gran parte del Salento con delle gigantografie della bellissima bimba.

La diffida nei confronti della Asl

Nel frattempo i genitori hanno fatto partire una diffida nei confronti della Asl per accertare eventuali responsabilità o negligenze dell'ospedale di Gallipoli, che ha visto per primo la bimba la sera in cui la piccola si era collassata a causa della febbre altissima. «A questa diffida spiega l'avvocato Alessandro Greco seguirà apposita querela in quanto la famiglia intende avere chiaro l'iter valutativo fatto sulla bimba nell'ospedale di Gallipoli. I cui medici, dal nostro punto di vista, come si legge in modo chiaro nella diffida, non avrebbero considerato la gravità della situazione tanto da inviare la piccola al Fazzi a Lecce in codice verde. Subito trasformatosi in rosso appena i medici di Lecce hanno visto e intubato la piccola Ludovica».

La morte dopo due giorni


La bimba muore due giorni dopo, malgrado gli sforzi e i tentativi dei medici del Fazzi, di salvarle la vita. Il dramma, trasformatosi poi in tragedia, comincia il 26 pomeriggio quando a Ludovica, dopo una mattinata di giochi, sale la febbre. Una cosa normale per una bimba con l'argento vivo addosso e per il medico un semplice virus influenzale come da stagione. Fino a sera la febbre però arriva a 41 e la piccola si collassa. E qui inizia il calvario. Sono le 19,15 e all'accettazione del pronto soccorso di Gallipoli la mamma con in braccio la bimba «veniva invitata a recarsi al pronto soccorso pediatrico» si legge nella diffida. Dove si reca, aiutata da una guardia giurata che prende in braccio la bimba. Ma anche qui occorre fare la fila, malgrado altri genitori in attesa avessero accordato il permesso di passare avanti. «Nonostante tutto si legge sempre nella diffida la dottoressa si rifiutava di far entrare per prima la bimba e li invitava a recarsi in pediatria vista la fretta. Un'altra corsa in reparto dove ci arrivano alle 19,45. «Giunti nel reparto - racconta l'avvocato Greco - la mamma viene allontanata e la bimba rimane sul lettino per un'ora e mezza, non le viene praticata nessuna cura e con la piccola sempre in stato di incoscienza si invita la mamma a riportarla a casa perché non vi era nulla di grave». Al netto rifiuto dei genitori, i medici decidono di spostare la bambina a Lecce, in codice verde e con la motivazione della mancanza di posti letto. Ludovica farà il viaggio in ambulanza senza il medico di accompagnamento e a Lecce il codice si trasforma in rosso, viene subito intubata, fatta una tac e una serie di esami, con il triste epilogo che si sa. Difficile trovare la forza di andare avanti. «Ma bisogna farlo» dice il papà, che racconta anche delle centinaia e centinaia attestazioni di affetto e di vicinanza ricevute da Sannicola e da tantissimi paesi limitrofi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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