Artem Uss, riappare il manager russo evaso da Milano: «Sono tornato nel mio Paese, non mi fido della giustizia italiana»

Era ricercato negli Usa per contrabbando di petrolio e traffico di tecnologie militari destinate alla Russia. Rischiava 30 anni di carcere, ed era riuscito a fuggire nonostante il braccialetto elettronico

Riecco Artem Uss, il magnate russo evaso dai domiciliari in Italia: «Sono in Russia»
Riecco Artem Uss, il magnate russo evaso dai domiciliari in Italia: «Sono in Russia»
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Martedì 4 Aprile 2023, 16:26

Riecco Artem Uss. Il manager e figlio del governatore di Krasnoyarsk Aleksandr Uss, che era evaso nei giorni scorsi dagli arresti domiciliari in Italia, ha reso noto di essere in Russia. Lo ha comunicato lui stesso all'agenzia Ria Novosti. «Sono in Russia! In questi pochi giorni particolarmente drammatici, persone forti e affidabili mi sono state accanto. Le ringrazio - ha detto -. Il tribunale italiano, sulla cui imparzialità inizialmente contavo, ha dimostrato la sua chiara parzialità politica. Purtroppo è anche pronto a piegarsi alle pressioni delle autorità statunitensi», ha aggiunto.

Nella situazione internazionale attuale, quando i cittadini russi sono oggetto di «giochi senza regole», il ritorno in patria, anche in un modo così «non standard», è una vittoria. Artem Uss e altri cinque russi sono stati accusati negli Usa di elusione delle sanzioni, riciclaggio di denaro, contrabbando di petrolio venezuelano e trasferimento di materiale duale. Il figlio del governatore è stato arrestato su mandato degli Usa lo scorso 17 ottobre all'aeroporto di Milano, da dove sarebbe partito per la Turchia. All'inizio di dicembre è stato trasferito dal carcere agli arresti domiciliari, riassume l'agenzia russa.

Ricostruita la fuga di Artem Uss

Sono riusciti mano a mano a ricostruire gran parte del percorso che lo ha portato fuori dall'Italia, passando verso est e cambiando più auto, investigatori e inquirenti che stanno indagando da giorni sull'evasione, il 22 marzo, di Artem Uss, l'imprenditore russo e figlio del governatore di una regione siberiana che era ai domiciliari con braccialetto elettronico a Basiglio (Milano) e per il quale, il giorno prima, la Corte d'Appello milanese aveva dato il via libera all'estradizione richiesta dagli Usa.

Uno dei punti fermi dell'inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Marcello Viola e dal pm Giovanni Tarzia, al momento, da quanto si è saputo, è proprio la ricostruzione, attraverso una serie di attività tra cui analisi di filmati, del tragitto che ha portato l'uomo d'affari oltre il confine, forse passando per la Slovenia. Anche su questi aspetti, comunque, vige il riserbo, perché gli inquirenti vogliono arrivare ad individuare tutti i componenti di quel gruppo operativo che ha aiutato Uss nella fuga.

È certo, stando alle indagini, che un blitz di questo genere l'imprenditore non sarebbe riuscito ad organizzarlo da solo e per questo si indaga su presunti complici capaci di eseguire azioni di questo tipo, ma anche su un «secondo livello» in grado di pianificarle. Da qui l'ombra dei servizi segreti russi. Intanto, si è saputo che la stessa Procura generale milanese aveva depositato un parere scritto nel quale chiedeva alla Corte d'Appello di lasciare Uss in carcere (era stato arrestato a Malpensa il 17 ottobre) per il pericolo di fuga, date le sue disponibilità economiche, la sua rete di relazioni e la sua abitudine a spostarsi da un Paese all'altro. Tra fine novembre e inizio dicembre, invece, il 40enne ha ottenuto i domiciliari nella casa di Basiglio affittata dalla moglie per quello scopo.

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