Bruxelles. Il cugino su Facebook
"Patricia Rizzo non è più con noi"

Patricia Rizzo, la prima da sinistra in alto
Patricia Rizzo, la prima da sinistra in alto
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Venerdì 25 Marzo 2016, 19:19 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 10:16

ROMA - L'italiana finora data per dispersa dopo gli attacchi di Bruxelles, Patricia Rizzo, è morta. Lo rende noto il cugino, Massimo Leonora, su Facebook. «Purtroppo Patricia non è più con noi», ha scritto il familiare.

«Cari amici, in primo luogo grazie per il vostro sostegno, il vostro aiuto e quello degli amici di diversi paesi. Patricia purtroppo non è più tra noi. È dura. Abbiamo messo fine a questa corsa interminabile contro il tempo per ritrovarti: Pat, mi manchi, ci manchi. Ti voglio bene», ha scritto il cugino della donna su Fb. Della Rizzo, 48 anni, funzionaria dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) della Commissione europea, non si avevano notizie da martedì, dal momento dell'esplosione alla metropolitana di Maelbeek. Sposata e mamma di un bimbo, Patricia, viveva in Belgio ma aveva origini italiane. La sua famiglia veniva da Calascibetta, in provincia di Enna. Il lavoro del riconoscimento, così come per le altre vittime della metro, è stato lungo e penoso, reso ancora più difficile e straziante dalle condizioni in cui sono stati ritrovati alcuni corpi.


Ma chi era Patricia Rizzo? Assieme al direttore esecutivo Geoffrey Podger era stata una delle prime artefici della nascita a Parma dell'Efsa, l'Autorità Europea per la sicurezza alimentare, e in Emilia, sino al 2008, aveva proprio fatto parte dello staff della direzione in qualità di assistente. Deve molto l'organismo europeo con sede in Italia a Patricia Rizzo, la funzionaria italo-belga ancora dispersa dopo gli attentati di Bruxelles. Grandi doti professionali a cui si aggiungevano, ricordano oggi gli ex colleghi, «grande simpatia e cordialità». Perchè Patricia «si era ben integrata nel nostro gruppo ed era entrata subito in sintonia anche con la città». «Le piaceva Parma - ricorda un'altra collega dell'Efsa - Quando le hanno proposto di trasferirsi da Bruxelles all'Italia ed ha saputo che la destinazione era l'Emilia ne era stata felice. E poi il ruolo di partecipare alla formazione di un ente così importante come un'Authority era stato per lei di grande stimolo». A Parma era arrivata assieme al marito, sempre impiegato Efsa, ed aveva collaborato anche con la seconda direttrice esecutiva Catherine Geslain-Lanèelle. «Era solare, estremamente cordiale e sempre disponibile a collaborare con gli altri», ricorda un'altra collega che sottolinea come Patricia fosse stata cercata e scelta appositamente «per le sue capacità di organizzazione interna e, cosa non secondaria, per la conoscenza dell'italiano che avrebbe aiutato i nuovi funzionari ad integrarsi con la realtà locale parmigiana». Nel 2008, quando l'Efsa aveva raggiunto una solidità organizzativa, la decisione di tornare in Belgio. «Voleva stare vicino alla sua famiglia d'origine anche se, lo ripeteva più volte, Parma era per lei come una seconda casa». Ora «aspettiamo con trepidazione novità», anche se la paura ogni «si fa sempre più grande».

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