La radioterapia compie un secolo di vita e ora guarda avanti con l'utilizzo delle nuove tecnologie

La radioterapia guarda sempre più alle nuove tecnologie
La radioterapia guarda sempre più alle nuove tecnologie
di Daniele Pallotta
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Martedì 19 Ottobre 2021, 14:55

ANCONA - La radioterapia saluta più di un secolo di vita e festeggia la sua evoluzione con quella che si presenta come una vera e propria rivoluzione tecnologica che, oggigiorno, permette di passare dall’immagine radiologica di un tempo a quella dell’infinitamente piccolo integrando profilo molecolare e algoritmi intelligenti per calibrare, sul singolo tumore, il migliore trattamento possibile ma anche il più sicuro, rapido e preciso.
I traguardi
A salutare i nuovi traguardi della tecnica da sempre usata per la cura del cancro anche il congresso nazionale dell’Airo, l’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia clinica. «La radioterapia è cambiata totalmente – spiega Vittorio Donato, capo dipartimento di Oncologia e medicine Specialistiche e direttore della divisione di Radioterapia dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e presidente di Airo – sia come caratteristiche della disciplina sia come suo inserimento nell’ambito oncologico per la cura dei tumori. Prima era considerata alla stregua di una cura palliativa ed era guardata solo come complicanza; oggi è uno dei tre pilastri delle cure oncologiche e onco-ematologiche e si è aggiornata insieme alle terapie farmacologiche. Oggi è tutt’altra realtà. Oggi si affianca a genomica, radiomica e intelligenza artificiale, fattori di cui saremo chiamati sempre di più a tener conto per impostare correttamente il trattamento radioterapico. Tutte queste in parte sono novità già attive in alcuni centri che in questo momento stanno scrivendo la storia futura della medicina e della radioterapia in particolare».
Gli studi
Numerosi gli studi scientifici in corso, molti dei quali stanno dando buoni risultati quanto a efficacia e miglioramento della qualità di vita dei pazienti per quanto riguarda alcune tipologie di tumori. Grazie all’integrazione di genomica e radiomica con la clinica, il radioterapista ha la possibilità di vedere quello che l’occhio umano non percepisce, l’infinitamente piccolo. E l’intelligenza artificiale aiuta, e aiuterà sempre di più, a costruire modelli di intervento per singolo paziente e singolo tumore. Tutto questo porterà ad un migliore trattamento e a prevedere la risposta del paziente. «L’indirizzo verso il quale andiamo è quello di capire ancora meglio qual è il trattamento più appropriato nel singolo paziente e nel singolo tumore – afferma Barbara Jereczek, direttore della divisione Radioterapia presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, professore di Radioterapia Università degli Studi di Milano e coordinatore del Comitato scientifico di Airo – Per tanti anni la radioterapia si è basata sui dati clinici, oggi si basa sempre di più su dati biologici intesi come genomica, imaging intesa come radiomica e intelligenza artificiale che ci aiuta a integrare questi dati nella scelta del trattamento. Attraverso queste avanzatissime tecnologie è possibile monitorare le modifiche del corpo del paziente e del tumore e adattare il trattamento. Se riusciamo a capire di più dalle immagini arrivando laddove l’occhio non riesce possiamo caratterizzare meglio la neoplasia e scegliere di intensificare o de-intensificare il trattamento».
L’effetto pandemia
I trattamenti radioterapici non si sono fermati nonostante la pandemia Covid-19: i pazienti che erano in trattamento sono stati seguiti e hanno proseguito le cure grazie all’organizzazione delle strutture radioterapiche sul territorio nazionale.

L’evoluzione delle tecnologie corre veloce e porta innovazione, che passa necessariamente per l’ammodernamento del parco macchine con l’obiettivo di rendere disponibili in modo equo le apparecchiature di ultima generazione e garantire equità di accesso ai migliori trattamenti radioterapici. E’ per questo che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati stanziati 1,19 miliardi di euro per l’acquisto di 3.133 apparecchiature ad alto contenuto tecnologico, tra le quali gli acceleratori lineari per la radioterapia.

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