Stasi licenziato: "I clienti non lo vogliono"
Otto anni fa l'omicidio di Chiara

Alberto Stasi, all'epoca fidanzato di Chiara Poggi
Alberto Stasi, all'epoca fidanzato di Chiara Poggi
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Giovedì 13 Agosto 2015, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 15:31
MILANO - «Alberto Stasi ha brutalmente ucciso la fidanzata, che evidentemente era diventata, per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo 'per benè e studente 'modellò, da tutti concordemente apprezzato». È questa l'ultima verità sancita dai giudici della Corte d'Assise d'Appello nel processo d'appello bis per l'omicidio di Chiara Poggi, trovata uccisa nella sua abitazione di Garlasco (Pavia) esattamente otto anni fa, il 13 agosto del 2007.



Otto anni nei quali l'unico imputato per il delitto è stato l'allora fidanzato, Alberto Stasi, ex studente alla Bocconi che ora è in attesa del processo in Cassazione, che comincerà l'11 dicembre, e che potrebbe porre fine alla vicenda costellata da polemiche sulla conduzione delle indagini da due assoluzioni, un annullamento con rinvio da parte della Suprema Corte e una condanna a 16 anni in appello.



La famiglia di Chiara ora chiede all'imputato un milione di euro, come disposto dai giudici d'appello, ma i difensori di Stasi - che hanno presentato ricorso in Cassazione, così come la Procura generale - definendo la sentenza «gravemente viziata, oltre che costellata da macroscopiche violazioni sia dei diritti fondamentali dell'imputato che della delle processuale penali», intendono attendere il verdetto della Suprema Corte.



Intanto Alberto Stasi vive un momento molto delicato anche perché, nei giorni successivi alla condanna, si è chiuso il suo rapporto di lavoro con lo studio commercialista in cui era impiegato. I clienti dell'ufficio non avrebbero infatti gradito di essere seguiti da un professionista condannato per omicidio. Disoccupato, dunque, e con scarse possibilità di trovare un altro impiego in attesa del processo la cui data d'inizio la Suprema Corte deve ancora fissare. Forse in autunno, ma non è escluso che si arrivi al 2016.



Dopo la condanna, la Procura Generale non ha preso in considerazione la possibilità di arrestarlo tenendo conto che il giovane, non ha mai manifestato la minima volontà di allontanarsi dall'Italia.
A Stasi non resta che sperare ricorso presentato alla Cassazione.
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