ASCOLI - «Mi trovo nel paese di Pescara del Tronto, dove lo spettacolo è desolante. Quando sono arrivate le luci dell'alba, ho visto un paese distrutto, grida, morti... Non sappiamo quanti siano. Siamo veramente in una situazione disperata e purtroppo non è l'unico paese, perché anche altri sono in questa situazione. Addirittura in alcune frazioni non riusciamo ad arrivare». È la testimonianza del vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D'Ercole, ai microfoni della Radio Vaticana.
«Ci sono diverse persone che non rispondono ed io sono andato adesso a benedire sotto le macerie i corpi di due ragazzi. Non posso dire quanti siano i morti. I feriti sono diversi ma i morti non lo so. La complicazione è che fa freddo, i soccorsi fanno fatica ad arrivare, anche perché le strade sono state fortemente lesionate dal sisma, che è stato molto duro», aggiunge il presule.
«Una certa fascia della diocesi sta soffrendo. Penso però - da quello che mi segnalano tutti e quello che riesco a percepire - che la parte più sofferente, quella distrutta, è la parte confinante con Rieti, che si trova praticamente fra Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto, Arquata e poi gira su per andare verso Force», dice mons. D'Ercole. «In questo momento i soccorsi sono arrivati: ci sono le ambulanze, ci sono i Vigili del fuoco, ma è veramente ancora troppo poco», aggiunge.