ASCOLI - Dopo il caso dell’anziano terremotato di Valle Castellana finito sotto processo a 92 anni per malversazione ai danni dello Stato e falso ideologico commesso in atto pubblico, reati che possono comportare, in caso di colpevolezza, una condanna fino a quattro anni, anche un’altra sfollata di 93 anni è stata rinviata a giudizio per avere indebitamente percepito il Cas, il Contributo di autonoma sistemazione.
Ora rischia di trascorrere gli ultimi anni della sua esistenza nelle aule del palazzo di giustizia.
Gli addebiti
I controlli sono scaturiti a seguito di verifiche su presunti consumi anomali di luce, acqua e gas nell’abitazione dichiarata inagibile. Accuse contestate dalla nonnina terremotata anche considerando l’età elevata e le difficoltà che si possono incontrare con le macchinose procedure relative al post sisma. L’auspicio è che il processo possa concludersi nel breve possibile per evitare a chi ha già subito la sofferenza di avere perso la casa per colpa di quella maledetta scossa di terremoto dell’agosto 2016 anche l’angoscia e la preoccupazione. Specie se si è imputati a 93 anni. Per carità, la legge è uguale per tutti e deve seguire il suo corso. Magari accelerato per chi si ritrova inguaiato a questa veneranda età.
Il contributo
Il Cas (contributo di autonoma sistemazione) è una misura destinata alle famiglie e al singolo cittadino la cui abitazione è stata distrutta in tutto o in parte, oppure è stata sgomberata in seguito ai terremoti che hanno colpito l’Italia centrale.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout