Spinetoli, inchiesta sui rifiuti interrati
Si moltiplicano le segnalazioni

Spinetoli, inchiesta sui rifiuti interrati Si moltiplicano le segnalazioni
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Domenica 25 Ottobre 2015, 19:56 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 08:57
SPINETOLI - ​"Chi pagherà le bonifiche"? È questa la domanda che molti si pongono in paese nel caso gli inquirenti dovessero appurare l'esistenza di una incredibile distesa di rifiuti interrati ai piedi dell'Ascoli Mare.

La risposta è semplice: Per il momento, solo lo Stato. Se il sospetto dei Ccrabinieri dovesse trasformarsi in una cruda realtà, infatti, sarebbe molto difficile risalire ai diretti responsabili, considerato che parliamo di una pratica (presunta) scandalosa, oltre che nociva per l'ambiente, partita presumibilmente negli anni ottanta.

Il rischio è grosso, sia per l'ambiente ma anche per le tasche dei contribuenti. E la speranza è che una volta terminate le operazioni di verifica della Procura di Ascoli, con tanto di periti tecnici, carotaggi e prelievi, la questione svanisca in una bolla di sapone. Oppure, come tanti auspicano, che "almeno non si tratti di rifiuti pericolosi".

È importante precisare che si tratta solo di un sospetto, quello dei rifiuti interrati ai piedi della superstrada, che, però, da settimane si trova ad essere esaminato al microscopio da Carabinieri e Procura della Repubblica, per dissipare qualunque ragionevole dubbio.

In un senso o nell'altro. Sulla vicenda, però, interviene anche Paolo Prezzavento di Legambiente Ascoli che, in un certo senso, conferma il sospetto di tanti:" sono anni - dice - che abbiamo il timore che alcune zone del territorio Piceno siano state aggredite, nel tempo, da pratiche di questo tipo. Ci sono arrivate molte segnalazioni, che poi abbiamo girato agli organi competenti”.

“Il problema - prosegue Prezzavento -, però, è che non siamo mai riusciti a venirne a capo, a parte alcune discariche abusive in superficie scoperte dalla Forestale".

Ma il presunto caso di rifiuti interrati ai piedi dell'Ascoli Mare, ora al vaglio della Procura, mette la pulce nell'orecchio di Legambiente:"questa ultima notizia - osserva Prezzavento - è una pesantissima scure sull'ambiente: speriamo solo che non sia stata costruita una strada sopra una distesa di rifiuti, come è accaduto in altre zone d'Italia e del mondo". Anche Legambiente, quindi, nel tempo, sarebbe stata inondata da segnalazioni di rifiuti sotto terra. Non solo. "Diverse avvisaglie - aggiunge - le abbiamo ricevute anche nella zona montana, in zona Pescara di Arquata. Purtroppo, però, non siamo mai riusciti a trovare il cosiddetto corpo del reato". Ma Prezzavento parla anche di costi:" se davvero questa notizia dovesse essere vera - conclude -, noi segnaleremo i siti in questione alla Comunità Europea che, come sempre accade, applicherà l'ennesima multa allo Stato italiano se non si procederà in tempo alla bonifica". Infine, le discariche non autorizzate verrebbero inserite nel libro nero dei siti inquinati della Corte europea.
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